"Siamo solidali e vicini ai giornalisti e ai lavoratori del Gruppo editoriale Gedi, che con impegno, professionalità e passione svolgono da sempre il loro prezioso lavoro, raccontando quello che accade in regione, in Italia e nel mondo, e sosteniamo con assoluta convinzione la battaglia da loro intrapresa a difesa dei giornali. Una battaglia non solo per il futuro dei due quotidiani, ma per una informazione libera e indipendente”. Così i segretari generali di Cisl Torino e Piemonte, Giuseppe Filippone e Luca Caretti, hanno espresso la loro preoccupazione per l’annunciata cessione del gruppo editoriale Gedi, operazione che rischia di compromettere sia i livelli occupazionali sia la qualità dell’informazione in Italia e Piemonte. “I quotidiani La Stampa e la Repubblica, insieme alle radio e altre attività editoriali del Gruppo editoriale, - hanno affermato Filippone e Caretti - sono presidi democratici fondamentali e strumenti essenziali per garantire ai cittadini un’informazione libera, plurale e di qualità. In queste realtà editoriali lavorano centinaia di giornaliste e giornalisti e altre professionalità qualificate che non possono essere disperse e abbandonate a sé stesse”. Secondo i segretari della Cisl torinese e piemontese “La Stampa, il quotidiano di Torino e di tutto il Piemonte, non può essere oggetto di operazioni finanziarie che ne ignorano l’alto valore giornalistico, culturale e sociale. Questa testata storica e prestigiosa, con oltre 150 anni di vita, che insieme a ‘la Repubblica’ e alla ‘Sentinella del Canavese’, rappresenta un patrimonio collettivo del Piemonte e dell’Italia intera, non può essere considerata un di troppo”.
Anche le segreterie nazionali e territoriali di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, che hanno incontrato proprio sulla vendita del Gruppo Gedi il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, con delega all’Editoria, Alberto Barachini, hanno sottolineato come “questa sia una partita estremamente delicata sia sotto il profilo sindacale e vertenziale, sia sotto il profilo sociale e politico perché attiene a uno dei più importanti gruppi editoriali del Paese e, quindi, a tutto il sistema dell’informazione”. I sindacati nazionali e territoriali hanno ribadito, la necessità di governare in maniera trasparente e il più inclusivamente possibile, questo processo di vendita e hanno posto questioni chiarissime: salvaguardare l’intero perimetro occupazionale, dai grafici ai giornalisti; tutelare un patrimonio nazionale di grande rilievo; evitare la frammentazione del Gruppo, preservandone l’integrità operativa. Il sottosegretario all’Editoria Alberto Barachini ha dichiarato di condividere queste preoccupazioni e di aver chiesto garanzie all’azienda. Il potenziale acquirente è stato anche contattato dal Sottosegretario offrendo disponibilità a dei confronti successivi e condivisi tra le parti per l’evoluzione della vertenza. Gedi, dal suo punto di vista, ha comunicato la necessità di mantenere riservatezza, data la delicatezza, della vicenda, viste anche le continue voci ricorrenti su possibili vendite successive o dismissioni, anche alla luce dello status economico del Gruppo che, ad oggi, vede una perdita di circa 33 milioni di euro l’anno.
Intanto in un incontro pubblico, presso la redazione de La Stampa, a Torino, alla presenza dei giornalisti del Gruppo Gedi, di Cgil, Cisl, Uil confederali e delle federazioni Slc, Fistel e Uilcom e dei parlamentari piemontesi di tutti gli schieramenti politici, il presidente della Regione, Alberto Cirio, ha fatto sapere che ci sarebbe anche Caltagirone tra i gruppi editoriali (già proprietario tra gli altri del Messaggero e del Mattino) interessati ad acquisire La Stampa. “Ci sono tre gruppi realmente interessati alla Stampa - ha detto Cirio durante l’incontro torinese -: uno veneto (Nem), uno piemontese (una cordata di imprenditori locali a cui parteciperebbero anche le fondazioni bancarie) e il gruppo Caltagirone, che avrebbe dimostrato un interesse proprio nelle ultime ore. La Stampa è il Piemonte, è Torino, è un patrimonio per la cui salvaguardia dobbiamo lavorare, nel rispetto del libero di mercato, ma non dimenticando che è un pezzo della nostra regione”. Il 2026 sarà l’anno della verità per lo storico quotidiano torinese. Intanto negli ultimi giorni il gruppo Gedi ha sottoscritto un accordo preliminare per la cessione della testata La Sentinella del Canavese (e delle relative attività digitali) alla società Ledi di Bari, detenuta al 100% dalla Fondazione Carella Donata che svolge l’attività editoriale attraverso la pubblicazione della testata quotidiana L’Edicola. Il perfezionamento della cessione è previsto entro gennaio con efficacia primo febbraio 2026. La cessione è subordinata all'espletamento delle usuali procedure sindacali nonché alla stipulazione del conseguente atto notarile definitivo.
Rocco Zagaria

