Lunedì 29 aprile 2024, ore 18:31

Stati generali 

Natalità e accoglienza, nessuna contrapposizione 

“La natalità, così come l’accoglienza, che non vanno mai contrapposte perché sono due facce della stessa medaglia, ci rivelano quanta felicità c’è nella società”. Lo ha detto Papa Francesco nel suo discorso ai partecipanti alla terza edizione degli Stati Generali della Natalità, di fronte alla premier Meloni e ad alcuni ministri. Ha aggiunto il Papa: ”Una comunità felice sviluppa naturalmente i desideri di generare e di integrare, mentre una società infelice si riduce a una somma di individui che cercano di difendere a tutti i costi quello che hanno. Ridare impulso alla natalità vuol dire riparare le forme di esclusione sociale che stanno colpendo i giovani e il loro futuro. Ed è un servizio per tutti: i figli non sono beni individuali, ma persone che contribuiscono alla crescita di tutti, apportando ricchezza umana e generazionale”.
Sottolinea ancora Francesco: il tema della natalità ”è ormai divenuto centrale sia per l’Italia che per l’Europa ed è un indice della mancanza di futuro e di prospettive di un Paese”. La nascita dei figli, infatti, è l’indicatore principale per misurare la speranza di un popolo. Se ne nascono pochi vuol dire che c’è poca speranza. E questo non ha solo ricadute dal punto di vista economico e sociale, ma mina la fiducia nell’avvenire”. E forse mai come in questo tempo ”tra guerre, pandemie, spostamenti di massa e crisi climatiche, il futuro pare incerto. E in questo contesto di incertezza e fragilità, le giovani generazioni sperimentano più di tutti una sensazione di precarietà, per cui il domani sembra una montagna impossibile da scalare. Difficoltà a trovare un lavoro stabile, difficoltà a mantenerlo, case dal costo proibitivo, affitti alle stelle e salari insufficienti sono problemi reali”. Problemi questi che interpellano la politica ”perché è sotto gli occhi di tutti che il mercato libero, senza gli indispensabili correttivi, diventa selvaggio e produce situazioni e disuguaglianze sempre più gravi. C’è cultura poco amica della famiglia, centrata com’è sui bisogni del singolo, dove si reclamano continui diritti individuali e non si parla dei diritti della famiglia”. E anche sul tema della natalità e della nascita delle famiglie ”vi sono condizionamenti quasi insormontabili per le donne, le più danneggiate, spesso costrette al bivio tra carriera e maternità, oppure schiacciate dal peso della cura per le proprie famiglie, soprattutto in presenza di anziani fragili e persone non autonome”. Occorre allora ”predisporre un terreno fertile per far fiorire una nuova primavera e lasciarci alle spalle questo inverno demografico”.
Appello che la premier Meloni assicura di non voler fare cadere. ”La tutela della famiglia - afferma - è priorità assoluta del Governo. Questo significa considerare in ogni ambito il valore aggiunto che chi mette al mondo dei figli porta avanti per l’intera società”. L’Esecutivo, aggiunge Meloni, ”porta avanti la sfida del sostegno alla maternità e alla famiglia non con l’impostazione dirigista e fallimentare di chi ci ha detto che con un decreto si potevano creare posti di lavoro e ricchezza. Il nostro approccio è sussidiario: il compito dello Stato è creare condizioni favorevoli sul piano normativo e culturale alla famiglia”.
In un tweet la Cisl commenta le parole di Bergoglio: ”Ridare impulso alla natalità significa dare un futuro ai nostri giovani: l’appello di Papa Francesco è un forte richiamo a istituzioni, politica e parti sociali a fare di più sul tema della dignità e stabilità del lavoro, la riduzione delle disuguaglianze , la tutela e crescita dei salari".
Giampiero Guadagni

( 12 maggio 2023 )

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