Il tema dei lavoratori che non possono fare il vaccino, per fragilità personali o altre patologie, andrà affrontato “con le rappresentanze sindacali”, per individuare “soluzioni specifiche”. “Non possiamo escludere i lavoratori che rifiuteranno di vaccinarsi dall’attività lavorativa - spiega ancora Colombini - ma dobbiamo concordare insieme soluzioni alternative. Ci sono poi da affrontare sempre attraverso la contrattazione i problemi della garanzia della privacy, come gestire i dati personali, chi paga i costi della vaccinazione e come affrontiamo il tema degli eventuali sintomi nella finestra temporale tra la somministrazione e la post vaccinazione”. Serve dunque “una collaborazione vera e proficua tra imprese e sindacato per il bene dei lavoratori e per la più ampia e capillare campagna vaccinale nei luoghi di lavoro”.
Ilaria Storti