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Pandemia 

Vaccini, parti sociali in campo per la svolta 

È ormai chiaro come la chiave di volta per la ripresa economica e sociale sia nella campagna vaccinale. Per questo il Governo e le parti sociali accelerano il confronto sulle somministrazioni nei luoghi di lavoro. Per avviarla, nell’incontro con i ministri Orlando e Speranza, la Cisl ha chiesto di aggiornare i protocolli del 2020 sulla salute e sicurezza e “concordare insieme un nuovo protocollo nazionale su come organizzare le vaccinazioni nei luoghi di lavoro, evitando la fuga in avanti di alcune Regioni che hanno escluso in alcune intese con le associazioni imprenditoriali il sindacato”. Il segretario confederale, Angelo Colombini, ribadisce la necessità di accelerare le procedure per la vaccinazione e fare arrivare il maggior numero di dosi di vaccini nei territori. I sindacati sono pronti a fare la propria parte, evidenzia Colombini, con l’obiettivo che il protocollo nazionale che sarà definito nelle prossime settimane “abbia alla base la compartecipazione responsabile tra Governo e parti sociali”. Così come avvenuto peri protocolli dell’anno scorso. Per quanto attiene all’obbligo della vaccinazione, secondo il segretario confederale, sarà necessario “coniugare i principi della libertà individuale, sanciti dalla Costituzione, con la specificità di alcune attività lavorative, per esempio ai settori di cura e di assistenza degli anziani”. Nel protocollo andranno specificati soprattutto “gli standard minimi ed i requisiti indispensabili affinché nei luoghi di lavoro si possano effettivamente ospitare presidi di vaccinazione sicuri ed efficienti, con la presenza di medici ed infermieri competenti, dispositivi adeguati e soprattutto avere locali idonei per praticare interventi eventuali di medicina d’urgenza”.
Il tema dei lavoratori che non possono fare il vaccino, per fragilità personali o altre patologie, andrà affrontato “con le rappresentanze sindacali”, per individuare “soluzioni specifiche”. “Non possiamo escludere i lavoratori che rifiuteranno di vaccinarsi dall’attività lavorativa - spiega ancora Colombini - ma dobbiamo concordare insieme soluzioni alternative. Ci sono poi da affrontare sempre attraverso la contrattazione i problemi della garanzia della privacy, come gestire i dati personali, chi paga i costi della vaccinazione e come affrontiamo il tema degli eventuali sintomi nella finestra temporale tra la somministrazione e la post vaccinazione”. Serve dunque “una collaborazione vera e proficua tra imprese e sindacato per il bene dei lavoratori e per la più ampia e capillare campagna vaccinale nei luoghi di lavoro”.
Ilaria Storti

( 26 marzo 2021 )

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