La prassi quotidiana di chi assume la responsabilità di una associazione sociale o politica costringe spesso a una lotta impari contro il tempo per reagire alle molteplici sollecitazioni che impongono le agende. La risposta brillante, il paradosso azzardato, lo slogan efficace sembrano occupare, quasi invadere, la giornata dalla mattina all'imbrunire. Nell'azione di rappresentanza, anche quella sociale, può accadere; è allora, tuttavia, che possono smarrirsi i contorni stessi di ciò che provoca l'azione: la realtà, ap- punto. Anche per contenere questo rischio la Cisl storicamente lega il successo della sua iniziativa alla comprensione della realtà. A tal fine ha scommesso sulla ricerca, facendo appello al mondo della cultura per comprendere le dinamiche economiche, sociali e politiche. Nello stesso tempo ha scommesso sulla formazione, perché la comprensione fosse partecipata, fosse fatta propria dalla vita associativa e introdotta nella sua azione; per questo creò il primo centro studi sindacale in Italia. La Cisl, insomma, lavorò perché leader e militanti si riconoscessero in una identità capace d'introdurre nella storia del sindacato italiano quella creatività e quella innovazione che la realtà esige. Da Mario Romani a Vincenzo Saba, la Cisl ha coinvolto studiosi che consentissero "di facilitare, di stimolare, di far capire" le dinamiche del mutamento e della complessità che legavano la rappresentanza dei lavoratori al mutamento socio-economico. Certo, al sindacato di Pastore non sono mancati fraintendimenti e opposizioni; il suo contributo al porsi di relazioni industriali moderne, storicamente rilevante, si deve comunque alla moralità con la quale ha perseguito la comprensione della realtà, evitando di mutuare criteri e giudizi dal tradizionale sindacalismo e dalla politica italiana. La Cisl non ebbe l'infantilismo di proporre modelli, validi "una volta per tutte" o di muoversi con generico pragmatismo. "L'attività di ricerca e formazione nella Cisl - avvertiva ancora nel 1973 Romani, storico dell'economia - non si è sviluppata senza convincimenti, senza idee generali." La Cisl, così, ha cercato di declinare quelle consapevoli idee sul "terreno applicativo", con tutte le implicazioni operative che conosciamo. Anche oggi il sindacalista può essere tentato di limitarsi a mutuare la suggestione mediatica, a cedere alle molte agenzie comunicative che lo pressano. Oppure maturare un consapevole giudizio sulla realtà (e se ne ha l'opportunità, a influire su quelle stesse agenzie per orientarne l'indirizzo). Ci sono momenti, come quelli che viviamo, in cui appare necessario cogliere la profondità storica della realtà, ricostruire il complesso rapporto di causa ed effetto, conseguire una meditata visione di eventi complessi. Allora anche riflettere storicamente giova all'agire sindacalmente.