Venerdì 26 aprile 2024, ore 13:07

Migranti Quei nostri valori messi in sicurezza

Diciamo che se l’Italia non fosse diventata, quando si parla di politica, un Paese diviso da ideologie nell’era in cui le ideologie sono finite, le parole della Cassazione di martedì su “i migranti che devono conformarsi ai nostri valori” non sarebbero diventate oggetto di una tenzone pubblica, con i devoti del buonismo che tirano da una parte ed i devoti dello stop ai migranti che tirano dall’altro. Prima di entrare in questo manicheismo cui assistiamo per la verità da tempo e che non porta da nessuna parte, di certo non a risolvere i problemi dell’Italia e degli italiani, diamo un’occhiata alla cronaca del fatto. Cosa ha detto in dettaglio la Suprema Corte? Ha spiegato che gli immigrati che hanno scelto di vivere nel mondo occidentale hanno ”l’obbli - go” di conformarsi ai valori della società nella quale hanno deciso di ”stabilirsi”, ben sapendo che sono ”diversi” dai loro. A stabilirlo è appunto la Cassazione che ha condannando un indiano Sikh che voleva circolare con un coltello ”sacro”, secondo i precetti della sua religione. Ed ha aggiunto: "Non è tollerabile che l'attaccamento ai propri valori, seppure leciti secondo le leggi vigenti nel paese di provenienza, porti alla violazione cosciente di quelli della società ospitante" spiegando che"in una società multietnica la convivenza tra soggetti di etnia diversa richiede necessariamente l’identificazio - ne di un nucleo comune in cui immigrati e società di accoglienza si debbono riconoscere. Se l’integrazione non impone l'abbandono della cultura di origine, in consonanza con la previsione dell'art. 2 della Costituzione che valorizza il pluralismo sociale, il limite invalicabile è costituito dal rispetto dei diritti umani e della civiltà giuridica della società ospitante". Davanti a queste parole sagge c’era bisogno di tutto il cancan della politica, agitata a destra ed agitata a sinistra per dire la propria, tra l’altro non richiesta? Francamente no, non ce n’era bisogno: la Cassazione non ha fatto altro che ribadire che uno Stato Laico, democratico, libero, che riconosce attraverso la propria Costituzione e le proprie leggi libertà, diritti e doveri ai propri cittadini ed alle persone che ospita, chiede a quegli stessi cittadini ed alle persone ospitate di rispettare le regole. Punto. Dove è il dibattito da aprire su questo? Cari politici, non c’è. La Cei, la Conferenza dei Vescovi italiani ha provato a farlo capire, dicendo che si tratta di “una decisione equilibrata” e presagendo ciò che sarebbe accaduto con un’avvertenza, “ma la politica non strumentalizzi”. Nulla, la politica italiana di oggi è diventata sorda pure alle parole dei vescovi. Ed allora diamogli una sbirciata veloce a queste tenzoni politiche, a seguito della sentenza della Cassazione. Per Daniela Santanché si tratta di una sentenza che "non fa sconti a nessuno", che è “sacrosanta. Alla faccia dei buonisti e del tutto è permesso, questa sentenza non fa sconti a nessuno...Oggi era un indiano che voleva girare libero con un coltello sacro per le vie della città e magari domani potevamo imbatterci in una bella carovana di elefanti che trasportavano merci di ogni genere". Emanuele Fiano, responsabile Sicurezza del Partito democratico, si augura invece che la sentenza non venga strumentalizzata:"Speriamo che ora non sia usata come una clava dai vari Salvini! Perchè la sentenza della Cassazione, che richiama gli immigrati che hanno scelto divivere nel mondo occidentale 'all'obbligo' di conformarsi ai valori della società nella quale hanno deciso 'di stabilirsi', dichiara un principio semplice e giusto. E si riferisce a un caso singolo". Per il capogruppo di Fratelli d’Italia Fabio Rampelli, siamo al "de profundis per l'ideologia buonista" mentre per il leghista Roberto Calderoli la sentenza"rappresenta un precedente che, da adesso, deve riportare al rispetto totale delle nostre leggi, a cominciare da quella che vieta di girare in luoghi pubblici con un copricapo o un velo che travisano o nascondono il volto, per cui basta burqa o niqab in luoghi pubblici". Ci fermiamo qui, nel catalogo dei commenti, sperando che il buonsenso di una sentenza della Cassazione non venga, come altre volte è accaduto in Italia, travolto dal troppo rumore per nulla.

( 17 maggio 2017 )

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