Ecclesia semper reformanda est. Ma quel “semper” indica anche la necessità della pazienza oltre che dell’ignaziano discernimento. Undici anni di pontificato di Papa Francesco, primo gesuita sul soglio di Pietro, hanno proiettato la Chiesa in avanti, in uscita verso le periferie geografiche ed esistenziali, un ospedale da campo pronto ad accogliere le domande di tutti. Ma le risposte, alcune risposte, creano inquietudine nella comunità cristiana e nei vertici delle istituzioni. “Le riforme intraprese dal Papa non subiranno un’inversione di marcia”, ha assicurato nei giorni scorsi il Cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin presentando il libro del vaticanista del Tg1 Ignazio Ingrao, vaticanista del Tg1, intitolato appunto “Cinque domande che agitano la Chiesa”, pubblicato dalle Edizioni San Paolo. “Agitare come farsi provocare dalle sollecitazioni che arrivano dalla società e dal mondo di oggi: dall’identità sessuale all’inizio e fine vita, dalla cura degli anziani alle nuove frontiere della medicina all’intelligenza artificiale”. Così l’autore spiega a Via Po Cultura il senso di quel verbo nel titolo.