Nuovo accordo tra Intesa Sanpaolo e sindacati. Entro 2020 lasceranno la banca 9mila lavoratori contro 1500 assunzioni. Tutte le uscite saranno volontarie. Alla cifra di 9mila si arriva sommando le 4mila concordate a luglio (mille dalle banche venete incorporate da Ca’ de Sass) e le 3mila previste con l’accordo di ottobre. Intesa potrà mettere a bilancio un risparmio di 675 milioni di euro a partire dal 2021. Nell’immediato, invece, l’operazione costerà all’istituto guidato da Carlo Messina 45 milioni al netto delle imposte, spesa che verrà contabilizzata nel quarto trimestre del 2017. Soddisfatti i sindacati. "Il pesante tributo occupazionale, imposto dalle autorità europee per il salvataggio delle ex venete, è stato trasformato in un'occasione di ricambio generazionale creando complessivamente una prospettiva di lavoro stabile per quasi 2.000 giovani e anticipando, in maniera socialmente sostenibile, le possibili ricadute della riorganizzazione della rete di vendita, che ora ci aspettiamo non produca nuove eccedenze di personale”, commenta il segretario nazionale di First Cisl Mauro Incletolli. Per il segretario generale della Uilca Massimo Masi si tratta di ”un ottimo accordo che, nonostante le considerevoli uscite, salvaguardia i livelli occupazionali in maniera soddisfacente ponendo basi per assunzioni anche nel sud e nelle aree più disagiate del nostro Paese”.
(L’articolo integrale domani su Conquiste Tabloid)