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Il caso

Calenda contro Emiliano: congeliamo la trattativa sull’Ilva

La bufera innescata dal ricorso al Tar della Regione Puglia e del Comune di Taranto contro il piano ambientale Ilva aumenta di intensità. Il governo, ha annunciato il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda intervenendo ad un convegno sulla siderurgia nella sede della Cgil, congelerà il negoziato in attesa che il Tar di Lecce si pronunci sulla sospensiva. Questo perché ”sono inutili i tavoli finché non è chiara la situazione. Se il Tar di Lecce accoglie l’impugnativa, l’amministrazione straordinaria dovrà procedere allo spegnimento dell’Ilva”. Calenda ha attaccato duramente il governatore della Puglia Michele Emiliano, che da tempo contesta sia le modalità del negoziato con ArcelorMittal, che non prevedono la partecipazione delle istituzioni locali al tavolo con azinda, sindacati e governo, che il piano ambientale presentato dal gruppo anglo - indiano e approvaòto dall’esecutivo con il decreto adesso sottoposto all’esame del Tar. Sostenere, come fa Emiliano, che il futuro dell’Ilva è la decarbonizzazione, è ”fuori dalla realtà” perché ”non esiste impianto che puo' produrre solo con gas. Va detto con chiarezza: e' una battaglia ideologica sulle spalle dei lavoratori e dell'ambiente di chi sta costruendo una campagna elettorale". Il piano di ArcelorMittal per l'Ilva e'invece di "assoluta avanguardia: non bisogna dare sponda a chi apre bocca e dice cose che non esistono - sostiene il ministro Ci sono in ballo 5,6 miliardi”, il più grande investimento programmato al Sud negli ultimi trent’anni. Un avvertimento anche a chi pensa che, qualsiasi cosa accada, sarà possibile rimediare ai tempi supplementari. Stavolta non è così, ammonisce Calenda: ”Non e' il gioco della sedia: no, la musica si ferma". A prescindere dalle valutazioni della magistratura amministrativa, va poi tenuto conto dell’impatto che l’offensiva giudiziaria può avere su ArcelorMittal: ”Il rischio è che se vada a gambe levate”. Per questo Calenda rivolge ad Emiliano ed al sindaco di Taranto Meletti un appello provocatorio: ”"Dagli enti locali c'è una gestione schizofrenica. Ma si sappia, se Regione e Comune usano tutti i mezzi necessari per far saltare l'Ilva, l'Ilva salta". In questo caso ”Emiliano lo dica in modo chiaro, non attraverso i ricorsi ma assumendosene la responsabilità".

Anche i sindacati sono preoccupati. Il più duro è il leader della Fim Marco Bentivogli: "La scelta del governatore della Puglia Michele Emiliano di ricorrere al Tar è da irresponsabili - attacca Benitvogli - Affidare al Tar il proprio disappunto per essere in un tavolo parallelo a quello col sindacato e' un atteggiamento infantile e grave".

Invita alla cautela la segretaria della Fiom Francesca Re David. A livello locale la Fiom non ha lesinato critiche al piano ambientale, accodandosi di fatto alla bocciatura decretata da Comune di Taranto e Regione Puglia. Re David giudica tuttavia che l’iniziativa di impugnare il decreto al tar ”non si un fatto positivo” ad auspica che chi l’ha proposto faccia marcia indietro. Al tempo stesso la leader Fiom chiede al governo di continuare il confronto.

( L’articolo completo domani su Conquiste Tabloid)

( 29 novembre 2017 )

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