Giovedì 16 maggio 2024, ore 11:53

Banche

Credito cooperativo, mutualità, autonomia e trasparenza

Un bastione, quello delle Popolari, è già caduto, o perlomeno mostra profonde crepe. L’altro, quello delle banche di credito cooperativo, è sotto il tiro dell’artiglieria pesante: riuscirà a restare in piedi solo se sarà in grado di riformarsi profondamente. E’tutto qui il patto ”politico” che ha preso forma nel gennaio scorso, quando il governo, facendosi scudo della nuova vigilanza bancaria europea, ha aperto il fronte della ristrutturazione del sistema del credito.

E’ su quel fronte che si è consumato l’assedio alle maggiori banche popolari, costrette a rinunciare al voto capitario per trasformarsi in Spa. La soglia degli otto miliardi di attivo ha tracciato un confine netto (e contestatissimo) con gli istituti più piccoli, che restano immersi nel vecchio regime.

Governo e Bankitalia - ecco il ”patto” - hanno invece concesso alle Bcc un supplemento di tempo. Tempo prezioso, necessario per riformarsi anziché essere riformate. Merito della combattività dei loro rappresentanti (Federcasse) e di una pattuglia agguerrita di intellettuali e forze sociali - soprattutto del mondo cattolico - che ha dato battaglia nelle stanze della politica come nell’arena mediatica.

Ora però ci siamo, la riforma deve vedere la luce entro l’estate. Per Fiba e Cisl, che con il credito cooperativo coltivano valori e interessi comuni, è il momento di far sentire la loro voce. Dice Alessandro Spaggiari, segretario nazionale Fiba con delega alle Bcc: ”La soluzione che verrà scelta nell’autoriforma dovrà preservare il contatto con il territorio e non dovrà essere verticistica, pena la distruzione del modello cooperativo”. Perché se da un lato ”è giusto” rafforzare la vigilanza e puntare su un assetto che consenta migliore accesso al mercato dei capitali, dall’altro ”occorre mantenere” il modello federale.

“Nessun cedimento sui cardini di democrazia economica”, gli ha fatto eco Luigi Sbarra, segretario confederale Cisl, chiudendo i lavori. “Le difficoltà che il settore sta vivendo non possono divenire alibi per inserire forme verticistiche di governo societario, che vanno contro gli obiettivi sociali di queste realtà. Vanno concepiti nuovi modi per coniugare solidarietà ed efficienza, mutualità e competitività, vocazione territoriale e competenza. Dobbiamo razionalizzare le reti ed i modi di approvvigionamento e di allocazione della liquidità, allargare ulteriormente i momenti di partecipazione. Anche per scongiurare questa deriva, va avviato un percorso di responsabilità". "La Cisl e la Fiba- ha concluso Sbarra- sostengono convintamente questo cammino, l’unico in grado di dare un futuro di sostenibilità al lavoro ed all’occupazione, allo sviluppo ed alla stabilità, alla crescita inclusiva che metta concretamente al centro la persona".

L’approfondimento su Conquiste Tabloid a cura di Carlo d’Onofrio e Giampiero Guadagni, disponibile dopo le 18

( 16 aprile 2015 )

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