Lunedì 29 aprile 2024, ore 18:16

Economia 

Doppio test per la manovra 

Settimana molto intensa per la legge di bilancio. Martedì sono attesi i pareri della Commissione europea sui documenti di bilancio degli Stati membri dell'area dell'euro. E per martedì è anche fissata la scadenza per depositare gli emendamenti, primo test per l’accordo di maggioranza a non presentare modifiche. Questo non significa che la manovra non cambierà, a partire dal capitolo più caldo delle pensioni per alcune categorie di dipendenti pubblici, fra cui i medici, su cui il Governo sta ancora lavorando. La soluzione verso cui si sta convergendo è limitare il pesante ricalcolo solo a chi andrà in pensione anticipata grazie al metodo contributivo, salvando chi va via avendo raggiunto l'età massima. L'ipotesi è però legata al nodo delle coperture: per garantire gli stessi risparmi della stretta in manovra (dagli 11,5 milioni netti nel 2024 ai 2,27 miliardi del 2043), la caccia alle risorse è ad ampio raggio e tra le ipotesi ci sarebbe anche un nuovo taglio all'indicizzazione delle pensioni più ricche (oltre 10 volte il minimo). Il vincolo delle modifiche possibili solo a saldi invariati resta, ma lo spazio per evitare grossi tagli agli assegni previdenziali nel pubblico per colpa del ricalcolo si troverà, anche se dovesse essere solo temporaneo, cioè limitato al prossimo anno. Sugli affitti brevi l'accordo in maggioranza, da trasferire nelle modifiche alla manovra, prevede che la cedolare secca sulla prima casa messa a frutto rimanga al 21%, e salga al 26% solo dal secondo appartamento affittato. L’altro aspetto collegato è la possibilità di avere la piattaforma che faccia emergere il sommerso che potrebbe fare entrare un miliardo se non più nelle casse dello Stato: si tratta del Codice identificativo nazionale per gli immobili affittati a fini turistici.

Intanto le opposizioni affilano le lame in vista del confronto parlamentare e lavorano alle loro proposte alternative. Sulla manovra, sia Pd sia M5s hanno svolto un giro di ”contro audizioni” rispetto a quelle in corso in commissione a Palazzo Madama. Quella del M5S si baserà su quattro pilastri. Innanzitutto il sostegno alle imprese (l'accusa principale al Governo è di aver fatto una manovra a crescita zero). Poi, la sanità, con una particolare attenzione all'aspetto della territorialità. Quindi le politiche del lavoro, con un particolare focus sulle pensioni e la proposta di cancellare - con un emendamento ad hoc - i ritocchi a quelle dei dipendenti pubblici. E, infine, più Politiche giovanili ed interventi in materia di istruzione e ricerca. Temi sostanzialmente analoghi a quelli su cui battono i dem. A partire dal salario minimo: a tal proposito, il Pd presenterà un emendamento per istituire un fondo. E poi ci sono i temi di azione sviluppati nell'estate militante: sanità, scuola, ambiente. E diritto alla casa, con il piano presentato nei mesi scorsi. La richiesta è di prevedere due miliardi da destinare alla realizzazione di case popolari e per sostenere le famiglie che hanno difficoltà a pagare gli affitti. Giovedì, a Palazzo Madama, la premier Meloni sarà chiamata a rispondere alle interrogazioni dei gruppi parlamentari. Per formulare le domande c'è tempo fino al giorno prima, ma la cronaca politica fra supporre che Meloni possa essere chiamata a parlare degli orientamenti del Governo sulle ratifiche del nuovo Patto di stabilità e del Mes, dell'accordo con l'Albania sui migranti, del destino del salario minimo. E della disponibilità a lavorare a una legge bipartisan contro la violenza di genere che preveda un lavoro nelle scuole, come è tornata a proporre la segretaria Pd, Elly Schlein. Meloni le ha indirettamente risposto via social: il governo non è all'anno zero, ha chiarito, annunciando che è pronta a partire anche “una campagna di sensibilizzazione nelle scuole”.

Intanto la Cisl scalda i motori in vista della manifestazione di sabato 25 a Roma “per chiedere a Governo e Parlamento forti correzioni alla manovra”. Intervistato dal “Caffè di Radio Uno” il segretario generale Sbarra sottolinea: “Nella legge di bilancio ci sono tante luci che tengono conto delle nostre richieste ma anche tante ombre. Non ci piace la stretta sulla previdenza e sulle pensioni: quota 103 diventa ancora più penalizzante per le persone che vi ricorrono. Assolutamente sbagliata la misura che modifica aliquote e rendimenti per i futuri trattamenti pensionistici di medici, infermieri, personale degli enti locali, maestre d'asilo, ufficiali giudiziari. Si restringe ancora ulteriormente l'intervento su ape sociale e opzione donna e vengono alzati i coefficienti economici del trattamento pensionistico minimo per i lavoratori che intendono accedere all'anticipo pensionistico”. Il numero uno di Via Po ha aggiunto che “Governo e Parlamento hanno ancora tempo per cambiare e migliorare il testo. Così come non ci convince l'intervento sulla sanità: per abbattere le liste di attesa ed assicurare un investimento forte sulla medicina di prossimità e territoriale bisogna investire ulteriori risorse anche per sbloccare le assunzioni di medici, infermieri, personale socio sanitario. I tagli lineari operati dai Governi negli ultimi decenni hanno determinato un'insufficienza di risorse umane nei nostri ospedali e nelle strutture sanitarie pubbliche: mancano 70 mila infermieri, 30 mila medici, manca personale ausiliario. Ci aspettavamo qualche risorsa un più anche per finanziare adeguatamente la legge sulla non autosufficienza”.

Giampiero Guadagni

( 20 novembre 2023 )

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