Lunedì 20 maggio 2024, ore 20:35

Economia

Istat: produzione industriale in calo nel primo trimestre. Si conferma crescita occupazione

La flessione su base mensile della produzione industriale registrata a marzo, commenta l'Istat, si estende anche al complesso del primo trimestre di quest'anno. Tra i principali raggruppamenti di industrie si rileva una crescita mensile solo per l'energia. Su base annua, al netto degli effetti di calendario, l'indice complessivo prosegue la fase di flessione che si protrae da 14 mesi consecutivi. In questo caso il calo interessa tutti i principali raggruppamenti di industrie. In particolare, l'indice destagionalizzato mensile cresce su base congiunturale solo per l'energia (+1,7%); diminuiscono,invece, i beni intermedi (-0,1%), i beni di consumo (-0,6%) e i beni strumentali (-3,8%). Su base annua il calo registrato a marzo interessa invece tutti i principali comparti: la riduzione è modesta per l'energia (-0,1%) e i beni intermedi (-1,8%) mentre risulta più rilevante per beni di consumo (-4,6%) e i beni strumentali (-5,7%). I settori di attività economica che registrano gli incrementi annui maggiori sono la produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+4,8%), la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (+4,4%) e la fabbricazione di prodotti chimici (+3,2%). Le flessioni più ampie si registrano nelle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-9,3%), nella fabbricazione di mezzi di trasporto (-8,8%) e nella fabbricazione di macchinari (-5,9%).
Nel primo trimestre, secondo la nota dell'Istat sull'andamento dell'economia italiana di maggio, il Pil italiano ha segnato, in base alla stima preliminare, un aumento dello 0,3%, la terza variazione congiunturale positiva dopo la flessione registrata nel secondo trimestre 2023, a sintesi di un aumento del valore aggiunto in tutti i comparti economici. Dal lato della domanda, alla crescita del Pil ha contribuito negativamente la componente nazionale (al lordo delle scorte) mentre quella estera netta ha fornito un apporto positivo.
E a marzo si è confermata la crescita dell'occupazione, con il numero di occupati che è stato pari a 23milioni 849mila unità. L'aumento ha coinvolto sia gli uomini sia le donne e gli individui di tutte le età fatta eccezione per i 35-49enni. Per posizione professionale l'occupazione è cresciuta tra i dipendenti, permanenti e a termine, e tra gli autonomi. Il tasso di occupazione, pari al 62,1%, è risultato in aumento di 0,2 punti percentuali rispetto a febbraio. La disoccupazione è diminuita rispetto al mese precedente (-2,8%) per effetto di un calo che ha coinvolto soprattutto gli uomini, diffuso tra i minori di 35 anni e i maggiori di 50. Nel confronto mensile il tasso di disoccupazione totale, che nell'area euro è rimasto stabile al 6,5%, è risultato in calo di 0,2 punti percentuali (al 7,2%), quello giovanile di -2,3 punti (al 20,1%). Rispetto a febbraio, infine, il tasso d'inattività si è stabilizzato al 33%.
Peggiora invece il clima di fiducia di consumatori e imprese: ad aprile, l'indicatore è diminuito tornando al livello dello scorso febbraio e "sintetizza un deterioramento della fiducia diffuso a tutti i comparti economici pur con intensità diverse: più contenuta nella manifattura e più marcata nelle costruzioni, nel commercio al dettaglio e nei servizi di mercato". In particolare, nella manifattura sono peggiorati sia i giudizi sugli ordini, sia le attese sul livello di produzione, con le scorte giudicate in decumulo. Il settore delle costruzioni ha registrato un calo di tutte le componenti. Relativamente ai servizi di mercato, al peggioramento dei giudizi sugli ordini è corrisposta un'evoluzione positiva delle opinioni sull'andamento degli affari. Per quanto riguarda i consumatori, l'indice si è ridotto per il secondo mese consecutivo, toccando il valore più basso da novembre 2023
L'inflazione, misurata sull'indice al consumo armonizzato nei primi quattro mesi del 2024, si è collocata in media intorno a +1%; quella acquisita ad aprile 2024 è pari a +1%. La sua dinamica continua a risultare inferiore rispetto alla media dell'area dell'euro, con un differenziale che nei primi tre mesi del 2024 è stato pari a -1,6 punti percentuali ( -1,4 punti in aprile). Rispetto agli altri principali paesi, l'Italia si colloca 1,4 punti percentuali al di sotto di Germania e Francia (+2,4%) e 2,4 punti al di sotto della Spagna (+3,4%): “Il processo di disinflazione osservato dalla primavera del 2023 è stato guidato principalmente dai beni con prezzi le cui variazioni hanno carattere persistente, quali beni e servizi per la casa e servizi di trasporto privati. La dinamica di riduzione di medio periodo dei prezzi di beni e servizi potrebbe tuttavia subire interruzioni di natura temporanea, a causa dell'apporto dei prezzi dei beni con variazioni a carattere non persistente, tra cui trasporto, istruzione, servizi sanitari e culturali”.

( 10 maggio 2024 )

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