Sabato 27 aprile 2024, ore 5:10

Economia 

La guerra riscrive il Def 

Si riduce l’anticipo con cui il Governo aveva intenzione di varare quest’anno il Documento di economia e finanza: arriverà - salvo colpi di scena - sul tavolo del Consiglio dei ministri di giovedì, soltanto tre giorni prima del termine fissato dalla legge. Il ritardo è in parte dovuto all’attesa revisione al ribasso da parte dell’Istat del Pil 2021 (dal 7,5 al 7,2%); in parte alla complessa costruzione del prossimo quadro programmatico che ha richiesto nelle scorse ore una riunione tra il premier Draghi, il ministro dell’Economia Franco e i ministri dello Sviluppo economico Giorgetti e delle Infrastrutture Giovannini. La linea resta quella della cautela, sia sulle cifre della crescita - che dovrebbe restare intorno al 2,8% - sia su quella dei prossimi interventi che saranno mirati e non a pioggia, concentrandosi soltanto sulle imprese più colpite dai rincari e sulle energivore.
Il Governo intende mantenersi cauto con le previsioni di crescita, che terranno conto dell'incertezza fortissima data dalla congiuntura negativa da diversi punti di vista: corsa al rialzo dei prezzi energetici e delle materie prime, contagi da Covid che continuano e soprattutto una guerra che potrebbe portare, nello scenario peggiore, ad una crisi energetica con lo stop alle forniture di gas. La linea italiana resta quella di procedere nella cornice europea, nella consapevolezza che se anche si arrivasse a uno stop dell’import del gas russo (ipotesi non più tabù per molti Ministri di diversa provenienza) la misura sarebbe affrontabile ”senza problemi”, come continua a ripetere il ministro Cingolani, perlomeno nei prossimi mesi di bella stagione.
Tutte riflessioni che Draghi condividerà con i sindacati giovedi mattina a Palazzo Chigi. Mercoledì pomeriggio il Cdm per il  varo del Def. Il leader della Cgil Landini, in una intervista a Radio Anch’io su Radio 1, ha sottolineato che ”la situazione sul piano sociale non è sostenibile e servono misure straordinarie, non qualche pannicello caldo”. Governo, imprese ed Europa devo capire che ”non è momento dei tagli ma di uno scostamento di bilancio”.
Prima del Cdm il premier riunirà anche la cabina di regia con i capidelegazione della maggioranza.
Tra Governo e maggioranza riprende anche il confronto sulla delega fiscale. Il pacchetto di riformulazioni del Mef è pronto ed è stato inviato in Parlamento. Nel pacchetto delle riformulazioni non c'è il catasto, tema già affrontato e risolto con un via libera, per un soffio, alla riforma impostata dall'esecutivo Draghi ma su cui comunque il centrodestra di Governo tornerà a dare battaglia in Aula e poi in Senato. I testi degli emendamenti su cui sono intervenute le riformulazioni del Mef, spaziano su altri temi in gioco. Intanto si precisa che dalla delega non deve "derivare un incremento della pressione tributaria rispetto a quella" dovuta a legislazione vigente. Passando poi alla flat tax prevista per i redditi fino a 65 mila euro, ”al fine di favorire l'emersione degli imponibili”, si ipotizza la possibilità di godere per due anni di una imposta opzionale e sostitutiva, se nell'anno precedente si siano conseguiti ricavi o si siano percepiti compensi non superiori a una soglia che verrà determinata da decreti legislativi, e con l’individuazione di meccanismi applicativi idonei a evitare comportamenti elusivi. Ritocchi in vista anche alla norma che prevede il riordino delle tax expenditures: parte delle risorse derivanti dalla loro eventuale eliminazione o rimodulazione dovranno essere destinate ai "contribuenti soggetti all'Irpef, con particolare riferimento a quelli con redditi medio-bassi". A seguito del riordino, arriva il via libera al cash back fiscale, con "priorità" sulle spese sociosanitarie per "acquisti tracciabili di specifici beni e servizi, in rimborsi erogati direttamente tramite piattaforme telematiche diffuse”.
Intanto l'Istat fa sapere che nel quarto trimestre 2021, dunque prima dell'aggressione russa all'Ucraina, il reddito disponibile lordo delle famiglie consumatrici è aumentato dell'1,3% rispetto al trimestre precedente. Il potere d'acquisto è aumentato dello 0,1%. Nel quarto trimestre 2021, la propensione al risparmio delle famiglie consumatrici è stata pari all'11,3% (+0,2 punti percentuali rispetto al trimestre precedente). Il lieve aumento riflette una crescita della spesa per consumi finali appena più debole rispetto a quella registrata per il reddito disponibile lordo (+1,2% e +1,3% rispettivamente). Sempre nel quarto trimestre 2021 è aumentata la pressione fiscale e sceso il rapporto deficit-pil. Ma sono tutti numeri che rischiano di essere già vecchi.
Giampiero Guadagni

( 5 aprile 2022 )

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