Venerdì 19 aprile 2024, ore 19:44

Manovra 

Pensioni, finalmente il tavolo 

Appuntamento martedì pomeriggio a Palazzo Chigi. Si apre dunque il tavolo di confronto tra Governo e sindacati sulle pensioni. Uno dei capitoli centrali della manovra che approda in Senato. L’ultima bozza conferma: da quota 100 si passa a quota 102, ma solo per il 2022, ovvero il prossimo anno si potrà andare in pensione anticipata con almeno 64 anni e 38 di contributi. Prorogata fino al 31 dicembre 2022 l’Ape sociale, con l’allargamento della platea di coloro che potranno lasciare il lavoro a 63 anni con 36 di contributi.
Nel 2022 diminuisce da 200 a 150 milioni il fondo per l’uscita anticipata dei lavoratori delle imprese in crisi. Restano invariati gli importi previsti per il 2023 e il 2024, pari a 200 milioni all'anno. Quanto all’anticipo della pensione per le donne, la misura viene prorogata per un anno con i requisiti attuali: 58 anni per le dipendenti e 59 per le lavoratrici autonome.
La convocazione ”è un passo che rimette sul giusto percorso il metodo riformista e premia le ragioni della mobilitazione costruttiva del sindacato”, sottolinea Luigi Sbarra, a Napoli per il convegno in ricordo del primo congresso della Cisl. Ora ”bisogna riempire di contenuti il confronto, dando al sistema pensionistico sostenibilità sociale, flessibilità e inclusività, soprattutto per giovani e donne”.
Per il numero uno di Via Po ”dobbiamo riprendere il dialogo anche sulla redistribuzione fiscale, le questioni del lavoro, la nuova politica industriale, il rilancio della scuola, della pubblica amministrazione, delle politiche sociali e per la non autosufficienza. Come ha sottolineato giustamente il Presidente Mattarella il lavoro sarà la misura del successo del Pnrr”. Pnrr che, sotiene Sbarra, ”è il nostro Piano Marshall”.
E appunto un altro tema spinoso legato alla manovra è quello del taglio delle tasse da 8 miliardi a partire dal 2022, taglio che dovrebbe servire per abbassare l’Irpef.
La manovra che arriva al Senato riscrive poi il Reddito di cittadinanza, con nuovi paletti stringenti per spingere i beneficiari alla ricerca del lavoro. E per aiutare i beneficiari a cercare lavoro non ci saranno più i 2.500 navigator ma i dipendenti dei centri per l’impiego, che intanto le Regioni stanno assumendo cercando di recuperare i ritardi, e anche le agenzie per il lavoro private.
I sindacati protestano e annunciano una protesta per il 18 novembre. Nidil-Cgil, Felsa-Cisl e Uiltemp, parlano di ”grave errore” e spiegano: ”Professionisti, selezionati e formati, che hanno reso un enorme contributo all’intero sistema delle politiche attive nazionali, oltre che sulle attività specifiche legate al Reddito di cittadinanza. Chiediamo alle forze politiche di rivedere questa scelta sbagliata, affinché venga trovata una soluzione per dare continuità ai navigator inserendoli nelle attività previste dal Pnrr”.
Nel capitolo investimenti spiccano le risorse per raggiungere gli obiettivi di taglio delle emissioni e di controllo dei cambiamenti climatici; ma anche i finanziamenti per l'alta velocità sulla linea adriatica (5 miliardi) e gli oltre 3 miliardi destinati a 5 grandi città (oltre a Roma anche Milano, Torino, Genova e Napoli) per aumentare le linee della metro.
E a proposito di città, si è chiusa a Parma l'assemblea dell'Anci. Dai sindaci un messaggio forte e chiaro al Governo: occorre correre sul Pnrr, con indicazioni chiare e risorse certe ai Comuni entro la fine dell’anno. Altrimenti il fallimento del Recovery Plan è dietro l'angolo. E dal premier arriva una risposta a stretto giro di posta, dal palco dell’assise: ”Non tutti i Comuni sono attrezzati allo stesso modo per affrontare la sfida del Pnrr. È essenziale che questa opportunità storica sia colta anche dai centri più piccoli. Il Governo ha semplificato le procedure di affidamento dei contratti pubblici per aumentare la rapidità e l’efficacia di intervento. Mettiamo a disposizione delle amministrazioni vari strumenti: dall'assistenza tecnica sul territorio alla possibilità di reclutare personale, tenendo così conto del suggerimento del presidente Decaro”. E dunque ”almeno mille esperti aiuteranno gli enti territoriali ad attuare il Piano. Verranno distribuiti nelle varie aree del Paese, appunto per semplificare i processi e rafforzare la capacità progettuale delle amministrazioni”. Spiega nel dettaglio il presidente del Consiglio: ”Nella legge di bilancio stanziamo 1,4 miliardi fino al 2029 per la messa in sicurezza di ponti e viadotti e aumentiamo di 2,7 miliardi i fondi per la manutenzione delle scuole fino al 2036. Destiniamo 2 miliardi di euro fino al 2030 per consentire alle Province e alle Città Metropolitane di svolgere le loro funzioni fondamentali. Aiutiamo i piccoli Comuni in particolare difficoltà economica. Istituiamo un apposito Fondo per sostenere e valorizzare i territori montani con una dotazione di 200 milioni di euro all'anno. Comuni e Città Metropolitane dovranno amministrare quasi 50 miliardi di euro come soggetti attuatori del Pnrr”. Insomma, il futuro vede i sindaci protagonisti ”dalla transizione digitale a quella ecologica; dagli investimenti nella cultura all'edilizia pubblica; dagli asili nido al sostegno agli anziani più vulnerabili”.
Rimarca Draghi: ”Voi sindaci rappresentate l’unità del Paese. Oggi si apre una nuova fase per l'Italia e per i suoi quasi 8 mila Comuni. Un'occasione di sviluppo, progettazione, idee, che dobbiamo essere pronti a cogliere per i nostri cittadini e per le generazioni future”.
L'assemblea è stata l'occasione per affrontare anche altri problemi antichi dei sindaci: primo tra tutti l’eccessiva responsabilità cui devono far fronte nel corso del loro mandato. Su questo punto, il ministro della Pa Renato Brunetta preannuncia l’idea di abolire il reato di abuso d'ufficio. Parole che suscitano reazioni diverse tra le forze politiche.
Giampiero Guadagni

( 11 novembre 2021 )

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