Sabato 4 maggio 2024, ore 2:41

Francoforte 

Bce: nuovo rialzo dei tassi a luglio e poi un possibile stop 

I toni restano quelli del falco ma la voce delle colombe diventa sempre più alta. Nell'ultima riunione della Bce, il 14 e 15 giugno, il board ha ritenuto necessari almeno altri due rialzi consecutivi dei tassi, uno a giugno e il prossimo il 27 luglio, ma ha anche chiarito, per la prima volta, che bisogna essere pronti anche a una pausa. È l'ipotesi a cui guardano sempre più membri del board, gli stessi che hanno contestato la revisione pessimistica delle stime sull'inflazione. Oltretutto, hanno fatto notare i più scettici, l'inflazione di fondo non è nemmeno stato un buon indicatore in passato, quindi bisognerebbe mettere meno enfasi sul dato.

Dai verbali della riunione di giugno emerge un "ampio consenso" sul proseguimento della stretta monetaria, ma anche un dibattito tra falchi e colombe che si fa sempre più intenso. I due rialzi erano necessari per tutti perché già incorporati nelle stime della Bce che vedono l'inflazione scendere al target solo nel 2025. Ma su settembre i giochi sono aperti, o almeno così vorrebbero i governatori che puntano ad una pausa, come Ignazio Visco che la vede vicina. Se da una parte il Consiglio direttivo concordava nel preoccuparsi per la persistenza dell'inflazione di fondo, dall'altra qualcuno ha però sottolineato come la Bce non dovrebbe mettere troppa enfasi su questo dato, perché il suo mandato è collegato all'inflazione nominale. Inoltre, molti hanno sostenuto che l'inflazione di fondo non rappresenta i consumi delle famiglie e storicamente non è stato un buon indicatore dell'inflazione futura. La situazione a giugno, però, era ancora troppo incerta per cantare vittoria, nonostante il secondo calo consecutivo del dato 'core':

"Non c'erano prove sufficienti o convincenti per confermare" che si fosse raggiunto un "punto di svolta", riportano i verbali. Quindi avanti coi rialzi, specificando però che la Bce dovrebbe anche "essere pronta a fermarsi se così richiederanno i dati e la sua valutazione". A luglio e settembre, hanno sottolineato i membri del board, saranno disponibili nuove informazioni che consentiranno di aggiornare la valutazione delle prospettive di inflazione, la dinamica dell'inflazione di fondo e la forza della trasmissione della politica monetaria. Anche perché i membri più critici hanno contestato la revisione al rialzo delle stime dell'inflazione, che non avrebbero preso in considerazione i tassi più alti, i prezzi energetici più bassi e l'apprezzamento dell'euro. Per questo un approccio dipendente dai dati e deciso di volta in volta è considerato essenziale. Ci vuole "pazienza e cautela" per vedere gli effetti della lotta all'inflazione messa in campo dalla Bce tramite il rialzo dei tassi ma una pausa dei rialzi "non è lontana" e dovrebbe arrivare entro l'anno, dopo i nuovi aumenti di giugno e luglio.

Nel frattempo, se l'aumento delle rate morde chi ha sottoscritto un mutuo variabile, tuttavia "non c'è un problema sistemico" anche grazie alle misure di sostegno e al basso debito delle famigli. Il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco conferma, in una intervista a Skytg24, la sua linea favorevole alla stretta monetaria tenendo sempre in conto però i possibili effetti negativi. Nel consiglio direttivo, come emerge dai verbali dell'ultima riunione di giugno, si sono previsti almeno altri due rialzi (giugno appunto e luglio) restando comunque pronti a cambiare rotta se arriveranno dati diversi. La politica restrittiva di Francoforte, sottolinea Visco "non è quella della Lagarde ma del consiglio" e comunque sta per arrivare a toccare consumi e investimenti dopo aver frenato la crescita dei prestiti e questo raffredderà i prezzi. Ci vuole quindi del tempo, ribadisce Visco che a fine ottobre lascerà la banca dopo 50 anni di lavoro e 12 come governatore. Un periodo quest' ultimo "difficile" ha sottolineato, con il punto peggiore (nel quale Visco era insediato da poco) durante la crisi del debito che portò al governo Monti di fine 2011 e le sue misure draconiane che riuscirono tuttavia, assieme all'intervento della Bce di Draghi, "a riportare la fiducia dei mercati" nell'Italia. Fra le conseguenze ci furono anche i casi di crisi delle banche che portarono però a un cambio di passo nel trattamento dei crediti deteriorati che è servito ad attraversare la crisi Covid.

Ora le banche "sono solide" nel complesso e devono mantenere la guardia alta sulla crescita degli Npl. La vigilanza unica aiuta ma, rileva il governatore, occorre "lavorare per disegnare meglio l'utilizzo del backstop bancario". E qui il governatore torna ancora una volta sulla vicenda Mes, che il nostro è l'unico paese a non aver sottoscritto. "Dissi che l'utilizzo non doveva essere percepito come strumento per ristrutturare il debito del Paese perché altrimenti aumenta lo spread; non ero, quindi, contro la revisione ma contro l'interpretazione".

Rodolfo Ricci

( 14 luglio 2023 )

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