Mercoledì 1 maggio 2024, ore 7:15

Francoforte 

Bce spiazzata dal calo dell’ inflazione: i mercati festeggiano 

I mercati globali festeggiano la decisione delle banche centrali di concedersi una pausa sul rialzo dei tassi d'interesse. Dai listini asiatici, a quelli europei, fino a Wall Street hanno messo a segno una seduta in rialzo, anche grazie ai risultati che arrivano dalle trimestrali. Se da un lato la Federal Reserve ha lasciato intendere che potrebbero non esserci altri rialzi dei tassi, dall'altra la Banca d'Inghilterra ha mantenuto i tassi ai massimi degli ultimi 15 anni, sottolineando che una politica restrittiva sarà probabilmente necessaria per un periodo di tempo prolungato per combattere l'inflazione. E questo dopo che anche la Bce, nella seduta del 26 ottobre scorso, ha lasciato invariato i tassi. Ma la sorprendente discesa dell’inflazione a ottobre aumenta la convinzione degli investitori che la stretta monetaria nella zona euro sta per esaurirsi e che il momento in cui la Bce comincerà a tagliare i tassi è più vicino rispetto a qualche giorno fa. Ma sarà davvero così e su che cosa si basa questa convinzione?

L’osservazione attenta delle mosse della Fed questa volta non è di grande aiuto per capire come si orienterà l’Eurotower visto che le economie di Stati Uniti ed Europa stanno viaggiando in senso opposto, come confermano i dati dei rispettivi pil del terzo trimestre.

Non ci sarebbe da sorprendersi, infatti, se le politiche delle due banche centrali cominciassero a discostarsi, anche se, finora, il mantra dell’"higher for longer" (tassi alti più a lungo) sembra il solco comune in cui hanno scelto di muoversi. In questo scenario così mutevole, tastare il polso ai mercati dopo che si è scoperto che l’inflazione dell’Eurozona si è ridotta oltre le attese della stessa Bce (dal 4,3 per cento di settembre al 2,9 per cento di ottobre, il livello più basso da luglio 2021), sebbene la componente core (di fondo) sia solo appena inferiore alle sue aspettative, offre interessanti spunti di riflessione. Poi c’è l'economia dell'area euro che rimane debole. La domanda estera è contenuta e le condizioni finanziarie più restrittive gravano sempre più sugli investimenti e sulla spesa dei consumatori. Anche il settore dei servizi sta perdendo slancio, con un'attività industriale più debole che si estende ad altri settori e l'impatto dei tassi di interesse più elevati si sta ampliando.

"Gli indicatori recenti segnalano una persistente debolezza nel breve termine", ha detto il vicepresidente della Banca centrale europea, Luis De Guindos, parlando al Business Leadership Forum a Madrid. Il mercato del lavoro, finora, ha sostenuto l'economia "ma ci sono segnali che la situazione stia cambiando. Mentre ad agosto la disoccupazione era al 6,4%, il livello più basso registrato dall'inizio dell'euro, vengono creati meno posti di lavoro, anche nei servizi, il che suggerisce che il raffreddamento dell'economia si sta gradualmente trasmettendo all'occupazione", ha detto De Guindos. Inoltre, i rischi per le prospettive di crescita restano orientati al ribasso, anche a causa dei principali rischi geopolitici che si sono intensificati e offuscano le prospettive. Ciò potrebbe far sì che le imprese e le famiglie diventino meno fiduciosi e più incerti riguardo al futuro, e frenare ulteriormente la crescita.

Poi il problema del debito. I conti pubblici in ordine senza tagliare indiscriminatamente la spesa, magari d'istruzione, l'analisi rigorosa dei rischi, delle debolezze e dei punti di forza dell'Italia, la difesa dell'azione della Bce tramite l'arma dei tassi contro l'inflazione, l'appello a mantenere il mondo aperto, una citazione letteraria e una puntualizzazione da economista sul pensiero di Keynes. L'ultimo discorso di Ignazio Visco da governatore della Banca d'Italia riassume e rilancia molti dei suoi temi a lui cari in questi 12 anni di mandato, 'anni complessi impegnativi e difficili' come li definisce lui stesso, nel suo consueto stile senza toni alti o personalismi. E il governatore uscente approfitta anche di una lettera di saluto inviata a tutto il personale della banca per ribadire lo standing e il ruolo di via Nazionale.

"Lascio una Banca d'Italia autorevole, indipendente, profondamente rinnovata eppure ancora sempre aperta al rinnovamento" scrive ribadendo che la stessa Via Nazionale è "nel mutare di temperie e ordinamenti, intimamente fedele alla sua storia e al suo impegno a perseguire, senza timori e senza compromessi, l'interesse della collettività". All'esecutivo, che ha varato la Manovra, Visco fornisce dei moniti e delle indicazioni. Il primo è che l'economia ristagna e i rischi sono orientati al ribasso. Certo riconosce che il governo abbia inteso come negli anni prossimi andranno compiuti degli sforzi per contenere il debito e ridurre il disavanzo. E però nei necessari tagli non bisogna come in passato, compromettere la qualità della spesa pubblica e la sua capacità di sostenere la crescita e chiede di compiere "scelte sulla base di priorità ben definite", indirizzano le risorse verso quegli investimenti che il settore privato non potrebbe porre in atto.

Rodolfo Ricci

( 3 novembre 2023 )

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