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Europa

Brexit, scattato il countdown per l’uscita del Regno Unito dalla Ue

Il giorno X è arrivato. La Brexit, il processo che porterà all'uscita della Gran Bretagna dall'Ue, inizia oggi, con l’arrivo dell'ambasciatore del Regno Unito Tim Barrow al palazzo del Consiglio Europeo a Bruxelles, per consegnare nelle mani del suo presidente, Donald Tusk, la lettera del primo ministro Theresa May, con la quale il Regno notifica, come previsto dall'articolo 50 del Trattato sull'Unione Europea, la propria volontà di recedere dell'Ue.

Barrow, stamane è arrivato nella sede del Consiglio Ue, attorno alle 10. Ma l’incontro con Tusk è fissato dopo le 13. Subito dopo il presidente del consiglio Europeo farà una dichiarazione pubblica. Nel pomeriggio, dopo una riunione con i capigruppo dei partiti politici del Parlamento europeo, il presidente Antonio Tajani terrà attorno alle 17,15 una conferenza stampa.

Nel frattempo, la premier britannica, Theresa May, terrà un discorso alla Camera dei Comuni, che - secondo quanto anticipato dalla stampa d’Oltremanica - sarà caratterizzato da toni concilianti. "E' il momento di essere uniti", dirà, rivolgendosi ai suoi concittadini. Secondo quanto riferito da un portavoce, May sottolineerà che nel negoziato rappresenterà "non solo gli interessi di chi ha votato per la Brexit, ma anche di chi ha votato contro, oltre agli interessi dei 3 milioni di cittadini europei che hanno fatto del nostro Paese la loro casa". "Rappresenterò - preciserà la premier - giovani, vecchi, ricchi, poveri, città, paesi, villaggi e frazioni".

L'articolo 50 del Trattato di Lisbona prevede un meccanismo di recesso volontario e unilaterale di un paese dall'Unione Europea. "Ogni Stato membro - si legge - può decidere di recedere dall'Unione conformemente alle proprie norme costituzionali". Tale intenzione deve essere comunicata dal paese in questione al Consiglio Europeo, come farà Theresa May con la lettera che alle 13.20 verrà consegnata a Tusk. Il Consiglio dovrà poi presentare i suoi orientamenti per la conclusione di un accordo volto a definire le modalità del recesso di tale paese. L'accordo volto a definire le modalità di recesso viene concluso a nome dell'Ue dal Consiglio che delibera a maggioranza qualificata previa approvazione del parlamento europeo. I trattati cessano di essere applicabili al paese interessato a decorrere dalla data di entrata in vigore dell'accordo di recesso o due anni dopo la notifica del recesso. Il Consiglio può decidere di prolungare tale termine. Qualsiasi Stato uscito dall'Unione può chiedere di aderirvi nuovamente, presentando una nuova procedura di adesione.

Interpellata sul tema, stamane, è intervenuta anche la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan.  "Noi crediamo che il messaggio che dobbiamo dare ai governanti europei - ha detto a margine di un'iniziativa sindacale - è che per non avere nuove Brexit e per fare in modo che i cittadini e le cittadine europee si sentano tali, l' Europa debba profondamente cambiare". "Questo abbiamo detto in occasione delle celebrazioni per i 60 anni dei Trattati di Roma a tutti i governanti europei e possiamo dire che il messaggio del sindacato è stato in parte raccolto nel documento firmato da tutti i paesi della nostra Europa", ha ribadito.

(Approfondimento domani su Conquiste Tabloid)

( 29 marzo 2017 )

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