Venerdì 26 aprile 2024, ore 11:59

Guerra 

I “falchi” Bce contro la gradualità della Lagarde nel rialzo dei tassi 

Partiamo dalle conseguenze della situazione monetaria attuale. Il consigliere economico del ministro delle finanze tedesco, Christian Lindner, Lars Feld, ieri ha criticato la Bce e ha chiesto che gli strumenti in campo per aiutare l'Italia vengano legati a delle condizioni: "Chi fuori dalle regole vuole soldi dalla Bce deve essere pronto a delle contropartite", ha affermato in un'intervista allo Spiegel, secondo un'anticipazione. "A questo appartengono riforme, che devono essere monitorate da istituzioni indipendenti. Altrimenti la stabilità dell'unione monetaria sarebbe in pericolo", ha aggiunto. Feld ritiene che la situazione al momento non sia paragonabile a quella in cui ci i trovò 10 anni fa e ha accusato la Banca centrale di allarmismo: "Nel 2012 l'Italia doveva pagare tassi del 7% e più. Questo è già diverso dal 3%, che oggi si registra mediamente. Perciò ritengo che sia troppo presto perché la Bce minacci di ricorrere a tutto il suo strumentario di difesa. Dal mio punto di vista questo atteggiamento è troppo allarmistico", ha conclusoe.

La linea dura finora non ha prevalso ma i 'falchi' che siedono nel board della Banca centrale europea hanno cominciato a picconare la strategia di "graduale" risalita dei tassi di Christine Lagarde fin dalla riunione del 9 giugno, quella che ha annunciato l'imminente rialzo. E si preparano a dare battaglia nelle prossime riunioni, perché se l'aumento di luglio è ormai praticamente deciso (+25 punti base), quello di settembre lo vorrebbero molto più consistente. Lo scenario è cupo e per alcuni bisogna agire in fretta: l'inflazione a giugno è schizzata all'8,6%, la volatilità è alta, e i rischi per la crescita sono tutti al ribasso a causa della guerra. Una situazione che spinge il responsabile della vigilanza della Bce, Andrea Enria, a chiedere alle banche di includere nei loro piani sul capitale scenari con ipotesi "di recessione". Dai resoconti della riunione del 9 giugno, la linea dei 'falchi' emerge con chiarezza. Alcuni membri hanno espresso "opinioni diverse" sulla necessità della "gradualità" nel rialzo dei tassi, perché potrebbe essere fuorviante se interpretata come "un ritmo di aggiustamento troppo lento o troppo rigido" della politica monetaria. Soprattutto, gli stessi membri vogliono evitare che con la gradualità ci si precluda "incrementi dei tassi di interesse superiori a 25 punti base". La linea dei duri si è spinta anche oltre: alcuni volevano "lasciare la porta aperta a un aumento più ampio dei tassi a luglio". Alla fine, però, il consenso si è trovato su una strategia più morbida inizialmente, che guarderà all'effetto del primo rialzo (da undici anni) per individuare il giusto livello del prossimo.

Del resto, Francoforte si muove su un terreno scivoloso. Nella stessa riunione Isabel Schnabel, membro del Consiglio esecutivo del board, ha spiegato che la volatilità sui mercati finanziari "è elevata rispetto agli standard storici", sia per il "persistere di un'inflazione elevata più a lungo" del previsto sia per "l'incertezza" su entità e ritmo della normalizzazione monetaria. Un fenomeno che finora, però, ha provocato danni soprattutto a Italia e Grecia, Paesi "dove il rapporto debito/PIL è più elevato" e che quindi hanno visto gli spread salire maggiormente. In particolare, la fiammata dei rendimenti c'è stata all'annuncio del rialzo dei tassi. Tanto da spingere la Bce a una riunione d'emergenza la settimana successiva, per annunciare la costruzione di un nuovo scudo anti-spread, o strumento anti-frammentazione, che entrerà in campo ad aiutare i Paesi più fragili qualora i mercati innescassero una nuova corsa ai titoli più sicuri. Già nella riunione del 9 giugno si era parlato del rischio spread e del nuovo strumento, e i membri del board concordavano sulla sua utilità per contrastare la frammentazione, rendere più uniforme la trasmissione della politica monetaria nei 19 Paesi dell'euro e accelerare quindi la normalizzazione.

Ma se l'obiettivo è condiviso, sulla sua costruzione sono ancora aperti molti interrogativi, tanto che alcuni analisti non ritengono plausibile che sarà pronto per la riunione del 21 luglio. Il nodo principale sono le condizionalità, sulle quali la Germania e i 'falchi' spingono, per evitare che diventi uno scudo dietro al quale i Paesi ad alto debito possano continuare le loro politiche di aiuti a pioggia. Il rialzo del costo del denaro non dovrebbe invece avere impatto negativo sulle banche. Secondo Enria, il capitale delle banche europee resterà solido anche nello scenario di un forte rialzo dei tassi. Certamente, però, la fine dei tassi negativi dovrà spingere le banche a "focalizzarsi su alcune aree di business" e ricostruire "la redditività su basi sostenibili".

Rodolfo Ricci

( 8 luglio 2022 )

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