Giovedì 2 maggio 2024, ore 23:39

Londra 

I leader del G7 uniti contro Russia e Cina 

Si potrebbe dire: missione compiuta sul ricompattamento dei G7 e dei loro alleati contro le minacce al fronte delle democrazie nella prima riunione in presenza dei ministri degli Esteri, dopo oltre un anno d'incontri virtuali imposti dalla pandemia; e nel primo summit svolto all'ombra della nuova strategia dell'amministrazione Usa di Joe Biden all'insegna dello slogan "diplomazia e dissuasione".
Specialmente, con toni durissimi, nei confronti di Cina e Russia. Una riunione di Londra sotto presidenza britannica che si è svolta in un clima ispirato "alla sintonia su tutti i dossier" più importanti dopo le fibrillazioni dell'era di Donald Trump, secondo fonti diplomatiche; e chiusa da impegni non solo rituali nel tradizionale comunicato finale congiunto: con tanto di moniti a Mosca e Pechino su "disinformazione" e diritti umani, in un quadro in cui la pur proclamata volontà parallela di evitare escalation e di mantenere aperta la porta della diplomazia appare condizionata a cambiamenti di rotta non marginali delle controparti.
La Cina ha condannato con forza il comunicato con cui il G7 ha criticato Pechino per le violazioni dei diritti umani, tra la stretta su Hong Kong e le repressioni in Xinjiang e Tibet. Tutto previsto. Sullo sfondo non è mancata una macchia sulla prospettiva d'una ripresa definitiva di quella diplomazia faccia a faccia a causa del contagio da Covid di due membri della delegazione indiana, che ha suscitato inevitabili momenti di allarme nell'organizzazione. Ma si è trattato tutto sommato di un intoppo minore, che non ha impedito al capo del Foreign Office, Dominic Raab, di condurre in porto da anfitrione la due giorni di contatti collettivi e bilaterali all'insegna di un allineamento pressoché totale con l'amministrazione Biden e il neo segretario di Stato, Antony Blinken.
E con la ciliegina sulla torta dell'intesa col rappresentante della politica estera di Bruxelles, Josep Borrell, per la ricucitura post Brexit sulla concessione dello status diplomatico pieno all'ambasciatore Ue a Londra. Né ha impedito a Johnson in persona di fare la sua comparsata alla Lancaster House, sede di un summit destinato a preparare quello dei leader in calendario a giugno in Cornovaglia, per vedere a quattr'occhi, oltre a Blinken, altri ministri: incluso il titolare della Farnesina Luigi Di Maio che si è esibito in un sorridente saluto con mascherine al volto e gomiti incrociati con BoJo, non senza dargli appuntamento per il G20 a presidenza italiana "tra pochi mesi". Segni di un'atmosfera solidale, in seno al forum dei Paesi più industrializzati che si ergono a paladini delle "società aperte", che tuttavia non cancella gli elementi di forte preoccupazione, di denuncia e di determinazione nei riguardi di chi sta in qualche modo sull'altra faccia della luna. Di Paesi come l'Iran o la Corea del Nord, verso i quali si ribadisce la volontà di riannodare i fili della diplomazia sui dossier nucleari,. E soprattutto dei due giganti del fronte orientale: la Russia di Vladimir Putin e la Cina di Xi Jinping.

Rodolfo Ricci

( 6 maggio 2021 )

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