Venerdì 3 maggio 2024, ore 17:32

Bruxelles 

L’Ue aggiorna le stime e Gentiloni rassicura: crescita nel 2024 

La Ue fa i conti con il rallentamento della congiuntura economica ma crede di tornare a crescere già nel 2024. Domani la Commissione europea darà il primo aggiornamento delle previsioni dall'inizio della nuova crisi in Medioriente. E tutti gli occhi sono puntati sulla possibile revisione al ribasso di stime non rosee, tra timori crescenti di una recessione in atto. "Se guardiamo alle prospettive per il prossimo anno potremmo avere di nuovo un certo livello di crescita, in ogni caso abbiamo evitato la recessione", ha comunque affermato il Commissario europeo all'Economia Paolo Gentiloni. Dopo gli ultimi shock l'economia europea ha dimostrato un'impressionante capacità di resilienza, ha ricordato. "La crescita è ancora molto bassa", ha avvertito la scorsa settimana il vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis: l'attesa è ora di "una modesta ripresa l'anno prossimo".

L'esecutivo, ha segnalato, tiene strettamente sotto controllo l'andamento dei prezzi dell'energia con la crisi in Medioriente, anche se per ora l'impatto sulle quotazioni di petrolio e gas è "contenuto". Negli ultimi giorni sono cresciuti i timori sui mercati di una recessione nell'Eurozona, in particolare dopo alcuni indicatori sull'attività economica nell'area (indice Pmi a ottobre). "È quasi sicuro che avremo una recessione entro la fine dell'anno", ha avvertito ad esempio mercoledì scorso l'ex primo ministro italiano Mario Draghi, mostrando maggior pessimismo di Bce e Fmi, che han previsto un rimbalzo verso fine anno. Secondo le previsioni di una media tra 34 economisti intervistati da Bloomberg, intanto, l'Italia nel quarto trimestre dovrebbe registrare una crescita dello 0,7%, per poi veder il Pil salire dello 0,5% nel 2024 e dell'1,2% nel 2025.

Nel complesso risulta peggiorata l'attesa sul quarto trimestre del 2023, visto ora a un Pil invariato, rispetto a una precedente previsione di rialzo dello 0,1%.

L'11 settembre Bruxelles aveva tagliato dello 0,3% le previsioni economiche per l'Italia allo 0,9% e allo 0,8% per l'Eurozona per il 2023. Il vicepresidente della Bce, Luis de Guindos, intanto, ha avvertito che costi di finanziamento più elevati e politiche fiscali meno prudenti potrebbero riaccendere le preoccupazioni sulla sostenibilità del debito sovrano, in particolare nei paesi in cui i livelli di debito sono già elevati. Sino ad ora, ha comunque aggiunto, "gli spread sui mercati dei titoli di Stato sono rimasti contenuti poiché molti governi sono riusciti a garantire finanziamenti a basso costo con scadenze più lunghe durante il periodo di bassi tassi di interesse". "Anche le politiche fiscali prudenti e orientate agli investimenti sostengono molto il nostro obiettivo di stabilità dei prezzi", ha ribadito esortando ad avere politiche di bilancio orientate a rendere l'economia dell'area euro più produttiva e a ridurre gradualmente l'elevato debito pubblico.

Poi c’è chi ha anche un approccio differente. èer esempio, Goldman Sachs ha abbassato le sue previsioni sul tasso di riferimento della Bce per il 2024 al 3,5% e si aspetta il primo taglio del tasso di riferimento nel terzo trimestre dell'anno prossimo, viste anche le sue previsioni su un'inflazione core "più debole". Lo si legge in un report della banca d'affari statunitense, che abbassa "le previsioni sull'inflazione core per l'area euro nel 2024 al 2,6% su base annua". Gli analisti di Goldman Sachs hanno anche limato le loro stime sul rapporto tra euro e dollaro a 3/6/12 mesi rispettivamente a 1,04/1,06/ 1,10 anche per la crisi energetica e altri fattori che continuano a pesare sull'euro. Però se venerdì prossimo Moody's dovesse tagliare il rating dell'Italia, facendolo scivolare sotto l'investment grade, lo spread tra Btp e Bund tedesco potrebbe testare la soglia dei 250 punti base.

Sono le previsioni contenute in un report di Barclays dedicato alla situazione dei conti pubblici del nostro Paese e firmato dal capo economista europeo dell'istituto britannico, Silvia Ardagna. Barclays rileva come "le prospettive fiscali di breve termine dell'Italia si siano deteriorate per effetto dei una crescita più bassa, di una spesa per interessi più alta e per la mancanza di consolidamento fiscale" e prevede "un aumento" nel 2024 del rapporto debito-Pil, visto in ascesa dal 141,2% del 2023 al 144,3% (contro il 140,1% stimato dal governo), per poi "scendere gradualmente" negli anni successivi, grazie alla riduzione dei tassi Bce, a una crescita del Pil "contenuta ma positiva" e al ritorno a un "piccolo surplus primario".

Anche nel caso in cui il rating dell'Italia non fosse tagliato a 'spazzatura' il livello del debito pubblico atteso da Barclays "darebbe poco margine fiscale e lascerebbe l'Italia vulnerabile agli shock e alle oscillazioni nel sentimento degli investitori". Ma se invece Moody's, il cui rating sull'Italia (Baa3 con outlook negativo) è all'ultimo livello dell'investment grade, dovesse decidere di ridurlo produrrebbe "uno shock negativo in un già fragile mercato" e potrebbe spingere lo spread con il Bund a alla soglia dei 250 punti base.

Rodolfo Ricci

( 14 novembre 2023 )

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