Lunedì 29 aprile 2024, ore 20:41

Elezioni tedesche 

Rebus alleanze in Germania con i liberali ago della bilancia 

Nel 2017 Christian Lindner fece saltare il tavolo della coalizione 'giamaica’ con parole rimaste celebri e usate a lungo contro di lui: "Meglio non governare che governare nel modo sbagliato". Oggi il leader dei liberali tedeschi punta ad entrare nel prossimo esecutivo post Merkel e spera di poterlo fare proprio con i partiti a cui disse il clamoroso 'no’ allora: Cdu-Csu e Verdi. A poche ore dal voto, il 42enne che ha scelto una campagna con foto in bianco e nero, per tirarsela come sempre un pò più degli altri, è decisamente sotto i riflettori nella Repubblica federale, dove a lui si guarda come al 'Kanzlermacher', la persona che dovrà decidere chi sarà il prossimo cancelliere. I socialdemocratici restano in vantaggio: stando al sondaggio Yougov, il partito di Olaf Scholz è al 25% contro il 21% dell'Unione di Armin Laschet.
I Verdi di Annalena Baerbock sono scivolati addirittura al 14%, mentre l'ultradestra di Afd e i liberali sono dati all'11 e la Linke al 7. Altri istituti demoscopici danno però da giorni i conservatori in ripresa al 22, e un ribaltamento della situazione, nel quadro di un paese in cui un elettore su 4 è ancora indeciso, potrebbe ancora accadere. La tensione è palpabile e stasera in un dibattito tv i campioni di tutti i partiti hanno incrociato le lame. Il governatore della Vestfalia Laschet, alle prese con una campagna difficilissima - il vuoto e il disorientamento che lascia Angela Merkel non sono certo d'aiuto per un candidato debole che ha commesso anche gravi errori - è di nuovo sotto attacco da parte degli alleati. La Csu bavarese, che ha lottato per avere al suo posto Markus Soeder, ha già fatto sapere che in caso di sconfitta "si dovranno trarre delle conseguenze", e l'Unione "dovrà cambiare".
"Dovrebbe dimettersi il giorno dopo, non potrebbe sedersi al tavolo neppure come leader del partito junior di coalizione", conferma la politologa Andrea Roemmele dell'Istituto Hertie School of Governance di Berlino. Ed è chiaro che su questo scenario Cdu e Csu stiano già di nuovo litigando. È stato infatti il ministro presidente dell'Assia, Volker Bouffier, a ripetere di ritenere possibile la partecipazione dei cristiano democratici a un governo, anche da secondi. Ma a Monaco di Baviera il registro è diverso: l'obiettivo è la cancelleria. Punto. Se dovesse davvero vincere Scholz, il vice-cancelliere tedesco esplorerebbe ad ogni modo innanzitutto la strada di un'intesa con Verdi e Liberali (la cosiddetta coalizione semaforo). Ed è qui che il giovane Lindner sarebbe chiamato a trattare con partiti non affini, con i quali l'Fdp comunque governa in diverse regioni. "Noi negozieremo sui contenuti. Vogliamo alleggerire le tasse, frenare il debito, puntare su finanze solide e su una protezione del clima che si basi sulla spinta alle tecnologie più che sulle rinunce", ha detto in un'intervista a Ntv.
Non sa "immaginare", è la sottolineatura arrivata in più occasioni, un'intesa con Spd e Verdi, mentre "preferirebbe" la coalizione giamaica, coi conservatori a fare muro per contenere la spinta ecologista". Lindner però è sotto enorme pressione - ha spiegato ancora Roemmele in un incontro con la stampa straniera -, far saltare un altro negoziato non è strada facile da percorrere nel partito, che a questo punto deve dimostrare di sapersi assumere le responsabilità di governo. E d'altro canto Scholz, che gli fa la corte da settimane e lo ha definito un partner "affidabile", non ha mai chiuso ufficialmente la porta a un'intesa con la Linke (lo spauracchio rosso-rosso-verde utilizzato da Laschet per mobilitare gli elettori) proprio per avere un'arma di ricatto sul futuro negoziato con l'Fdp. Se infine la Cdu tiene aperta la strada per un dialogo con i socialdemocratici, sia Scholz sia Baerbock hanno chiarito all'ultimo duello di voler vedere dopo 16 anni la Cdu finalmente fra i banchi dell'opposizione. Al di là del risultato delle urne, le prossime settimane si annunciano quindi politicamente più che avvincenti. E Merkel, la 'Mutti’ nazionale che spopola nelle librerie di mezzo mondo con biografie uscite in tutte le lingue, potrebbe dover governare ancora diversi mesi. "Servono 50 miliardi di investimenti all'anno per la protezione del clima e le infrastrutture", ha detto la candidata verde Annalena Baerbock, nel corso del dibattito tv . Baerbock si è detta contraria al ripristino del freno al debito. Alle sue parole ha replicato il liberale Christian Lindner, il quale ha "escluso" che si possa seguire la linea dei Verdi su questo. Con i liberali non sono possibili "né le tasse rosse né i debiti verdi", ha aggiunto. Il leader dell'Fdp ha messo in guardia anche il candidato socialdemocratico Olaf Scholz: "È abbastanza sicuro che il partito più forte del 2021 non sarà eletto dal 70% dei tedeschi. E questo, Signor Scholz, non è un mandato chiaro a governare". Importanti saranno le consultazioni successive.

Rodolfo Ricci

( 24 settembre 2021 )

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