Giovedì 2 maggio 2024, ore 13:08

Global

Suggestioni brussellesi: la settimana a 30 ore

di Pierpaolo Arzilla

La magia in un acronimo: Rctt. Reduction Collective du Temps du Travail . Lavorare meno, lavorare tutti. Più che un dejà vu un dejà entendu. La riscossa della sinistra europea parte dal palazzo dei congressi di Liegi, dove il Partito socialista (Ps) belga ha (ri)messo a punto la strategia per uscire dalla stagnazione e riprendersi quel corpo elettorale storico che in questi anni ha attraversato un deserto in cui si è lasciato attrarre da oasi improbabili (Lega, Front national, M5S, AfD, Podemos, Syriza, Pvv, FPO, Ukip). La suggestione è tutta nei numeri. Così l’ex premier Elio Di Rupo vuole ridare entusiasmo e identità al popolo della diaspora e fare da padre nobile che accoglie il figliol prodigo, quella sinistra riformista-mercatista che probabilmente si è lasciata incantare troppo facilmente dalle sirene di un certo libre-echangisme. I numeri allora. Per archiviare definitivamente l’austerità, la proposta è una riduzione del 20 per cento dei tempi di lavoro. Per il Belgio, nello specifico si tratterebbe di passare da 38 a 30 ore settimanali. Anzi, 30 ore e 24 minuti, per la precisione. A sinistra, la settimana di 4 ore non è più un tabù: è una necessità. La Rctt, è la tesi del Ps, è la risposta ideale per “distribuire il lavoro disponibile”, “creare nuova occupazione”, “aumentare la qualità dell’impiego”, “concedere più tempo ai lavoratori per migliorare il loro benessere e la qualità della vita privata, diminuire lo stress”, e anche “per affrontare l’impatto della rivoluzione digitale sull’occupazione”. La riduzione dei tempi di lavoro dovrà essere “collettiva”, che riguarda cioè tutto il personale, e non individuale, come avviene ora in certe imprese “dove si costringe il lavoratore ad accettare dei tempi parziali”. Ridurre collettivamente l’orario, spiegano i socialisti belgi, non significa però né una riduzione generalizzata, né uniformata, ma prendere in considerazione i settori e le attività di ogni impresa, “lasciando un margine di manovra alla contrattazione”.

(Articolo completo domani su Conquiste Tabloid)

 

( 30 novembre 2017 )

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