Martedì 14 ottobre 2025, ore 18:31

Bruxelles 

Sulla riforma dela Patto di stabilità esce l’incognita dei piani di spesa 

Non solo l'entità del calo del deficit e del debito pubblico: nella trattativa sulla revisione del Patto di stabilità Ue c'è anche un'altra grande incognita numerica e riguarda la soglia di scostamento tollerata rispetto ai piani di spesa concordati con l'Ue dagli Stati membri. Un dato importante e determinante soprattutto per far scattare la procedura per debito eccessivo, l'iter che può portare fino a sanzionare i Paesi che non rispettano le regole sulla governance dei conti pubblici. Una delle novità della riforma del Patto è infatti quella del 'conto di controllò: per ciascuno Stato segnerà un 'debito' quando la spesa netta effettiva nell'anno sarà superiore al percorso dato dal Consiglio, o un 'credito' se sarà inferiore.

La somma tra debiti e crediti annuali fornirà il 'saldo cumulato' e verrà espresso in punti percentuali del Pil. Il conteggio di tale saldo continuerà fino a quando il debito dei Paesi più indebitati non sarà sceso entro il tetto del 60% del Pil e il deficit entro il 3% del Pil. Quando il saldo cumulato del conto di controllo non sarà in linea con la quota del Pil - attualmente oggetto di negoziato - scatterà automaticamente un report della Commissione europea, il primo step della procedura per debito eccessivo. Va ricordato che nella nuova governance economica Ue ci sarà comunque una procedura automatica per deficit eccessivo che prevede un aggiustamento strutturale primario annuo di almeno lo 0,5% del Pil fino al rientro al di sotto della soglia del 3%. La procedura per debito eccessivo verrà attivata invece dalle soglie del saldo del conto di controllo e tenendo però conto di tutti i fattori rilevanti. I percorsi di correzione dovranno rimettere il debito in una traiettoria di calo plausibile o mantenerla a un livello prudente, con un aggiustamento annuo strutturale minimo che corregga la deviazione accumulata.

Sulla regola dello 0,5%, secondo fonti vicine alla trattativa, ci sarebbe già un'intesa di massima tra i 27, anche se dovranno ancora venir definiti alcuni dettagli. Le altre grandi percentuali da trovare nel negoziato sono quelle del calo del debito atteso nei 4 anni successivi al piano di aggiustamento: la trattativa è su una forchetta compresa tra l'1% e l'1,5% del Pil. In altre parole, ipotizzando il ricorso alla possibilità di estendere i piani di rientro da 4 a 7 anni, il piano settennale di uno Stato indebitato e ad alto deficit dovrà venir formulato per tagliare il disavanzo dello 0,5% annuo fino a quando il deficit non arrivi entro il 3%.

Il coefficiente del debito sul Pil ad aggiustamento compiuto dovrà essere inferiore a quello del primo anno di piano e scendere poi nei quattro anni successivi a una media annua dell'1 e l'1,5% del Pil ( media annua). Per quanto riguarda il margine di salvaguardia sul deficit si negozia invece per decidere se l'obiettivo finale debba essere quello di tendere a un disavanzo al 2% o perfino all'1%.

Rodolfo Ricci

( 27 novembre 2023 )

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