Sabato 27 aprile 2024, ore 14:16

POLITICA

Domenica i ballottaggi, riflettori accesi sul Campidoglio

Sono 117 (Sicilia esclusa) i comuni chiamati al ballottaggio di domenica. Di questi, 20 sono capoluoghi. In particolare, sei sono capoluoghi di regione: Roma, Torino, Napoli, Milano, Bologna e Trieste, a cui si aggiungono i 14 capoluoghi di provincia: Benevento, Brindisi, Carbonia, Caserta, Crotone, Grosseto, Isernia, Latina, Novara, Olbia, Pordenone, Ravenna, Savona, Varese.

Massima incertezza a Milano, dove si sfidano Sala e Parisi. Partita aperta anche a Torino, tra Fassino e Appendino.

Ma è naturalmente a Roma la sfida più attesa. Raggi (M5S) parte con un forte vantaggio su Giachetti (Pd).

Nella Capitale il sindacato è scese in campo con una lettera aperta inviata ai due candidati, sollecitando un Patto per Roma tra le parti sociali e l’amministrazione comunale ”attraverso lo strumento del confronto e della contrattazione”. Una serie di temi - dal fisco alle aziende partecipate agli appalti, alla riforma della pubblica amministrazione, alle periferie, al welfare all'emergenza abitativa - sviluppati dal sindacato nel corso della Conferenza di programma ”Per Roma” del 9 maggio scorso e che ”dovrebbero essere trattati in modo prioritario dalla nuova amministrazione comunale”: così i segretari generali della Cgil di Roma e del Lazio, della Cisl di Roma Capitale e Rieti e della Uil di Roma e del Lazio Claudio Di Berardino, Paolo Terrinoni e Alberto Civica. Osservano ancora i sindacati: ”Occorre ridurre la pressione fiscale ormai troppo elevata, a partire dalla ricontrattazione del debito pubblico. E occorre realizzare il patto antievasione con l’Agenzia delle entrate, riutilizzando le risorse recupera te per ridurre la pressione fiscale, incrementare gli investimenti, favorire le politiche sociali”.

Le aziende partecipate ”sono i pilastri su cui fondare una nuova politica industriale e dei servizi nella Capitale d'Italia, a partire da Atac, Ama e Acea. I problemi non si risolvono con le privatizzazioni, ma attraverso l’efficientamento, la razionalizzazione, la semplificazione e la riorganizzazione delle aziende e del lavoro portando a compimento i processi di risanamento già avviati senza prevederne di nuovi e tutelando i posti di lavoro. Occorre completare le grandi opere (già in esecuzione o solo progettate) nel pieno rispetto delle norme prevista dal Prg e aprire anche un nuovo ciclo edilizio basato sul recupero, sulla riqualificazione, sull'impiego di nuova tecnologia, pianificando opportuni interventi per le infrastrutture immateriali, materiali e sociali e inserendo nell’agenda urbana i concetti di innovazione e smart city”.

Nelle periferie, ”è necessario intervenire con opere infrastrutturali nell’ottica di una riorganizzazione urbana, implementando i servizi pubblici e privati e favorendo centri di aggregazione e culturali. Bisogna inoltre ridefinire il piano regolatore sociale e sanitario, rafforzando i servizi a favore delle persone più deboli e ripensando anche alle modalità di gestione di molti servizi attualmente appaltati e il cui risultato lascia molto a desiderare”. La questione abitativa, infine, ”non può essere più essere gestita come una materia di ordine pubblico: occorre realizzare un’effettiva mappatura sugli aventi diritto alla case popolari del Comune e dell'Ater, rilanciare un programma mirata alla costruzione e al recupero di nuovi alloggi di edilizia sociale e creare un’Agenzia per l’affitto o un altro strumento capace di far incontrare domanda e offerta per immettere sul mercato almeno il 10% degli alloggi privati chiusi (circa 125mila) attraverso opportune politiche anche d'incentivazione pubblica”.

Dall’insieme di questi interventi, concludono i sindacalisti, ”può arrivare la spinta per rilanciare lo sviluppo e il lavoro e per uscire dalla crisi, favorendo al contempo una redistribuzione del reddito”.

( 17 giugno 2016 )

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