Giovedì 25 aprile 2024, ore 17:05

Governo 

Margini stretti per ricomporre lo strappo 

Governo ai tempi supplementari. Fino a mercoledì, giorno in cui il presidente del Consiglio si ripresenterà alle Camere, tutto può succedere. Certo, i margini per una ricomposizione di questa maggioranza sono davvero stretti. “Il patto di fiducia alla base dell'azione di governo è venuto meno”, è la convinzione del premier. Che nel frattempo ha confermato, ma ridotto alla sola giornata di lunedì, la missione ad Algeri per rafforzare l'indipendenza energetica dell'Italia dal gas russo.
Le dimissioni annunciate giovedì sera da Draghi al Consiglio dei ministri, respinte dal presidente della Repubblica Mattarella con l'intenzione di parlamentarizzare la crisi, sembrano dunque solo rinviate. Il premier ha ancora qualche giorno, forse qualche ora, per osservare l'evolversi del quadro politico e le dinamiche interne ai partiti.
Dinamiche che sono assai complesse. A partire naturalmente da quelle del M5S, protagonisti dello strappo con il mancato voto al Senato alla fiducia sul decreto Aiuti. Il rischio concreto è una nuova spaccatura, dopo la scissione di Di Maio. L'ennesimo Consiglio nazionale convocato in queste ore da Conte non dissipa dubbi e malumori, come quelli dei Ministri ancora in carica di fronte all'ipotesi di ritiro della delegazione prima delle comunicazioni alle Camere di mercoledì prossimo.
Da parte sua il centrodestra ha due posizioni. Lega e Forza Italia, dopo una telefonata tra Salvini e Berlusconi, in una nota congiunta fanno in sostanza sapere che in attesa di ascoltare “con rispetto e attenzione le considerazioni del Presidente del Consiglio”, ritengono ci sia spazio per un Draghi bis senza il M5s, responsabile della crisi. Altrimenti, come esplicitato in tante dichiarazioni dei dirigenti dei due partiti, meglio il voto a settembre. Soluzione questa che per Fratelli d'Italia è l'unica in campo. Per Meloni “questa legislatura è finita e daremo battaglia perché gli elettori possano scegliere di nuovo con il voto”. E un avvertimento agli alleati: “L'obiettivo comune deve essere battere il Pd di Enrico Letta”.
Pd che intanto ribadisce la propria posizione: avanti con il governo Draghi e la maggioranza che lo ha sostenuto fin qui. L’ulteriore conseguenza dello strappo M5s è il tramonto del campo largo ipotizzato al Nazareno. A quel punto potrebbe nascere una colazione sull’Agenda Draghi, di
Un appello alla responsabilità arriva dalla Conferenza episcopale italiana. Mentre le parti sociali insistono sulla priorità del momento. Per il leader Cisl Sbarra ”quello che sta accadendo in queste ore in Italia sul piano politico è incommentabile, davvero avvilente. La crisi peggiore, nel momento più difficile e complicato per le condizioni di milioni di lavoratori, pensionati, famiglie ed imprese. Speriamo in un sussulto di responsabilità del Parlamento e di tutte le forze politiche”. Aggiunge Sbarra: ”Il presidente Draghi è una personalità di grande prestigio, autorevolezza e di caratura internazionale. E' in corso con lui un dialogo proficuo con le forze sociali per condividere con il governo un auspicabile patto sociale sulle riforme economiche e suoi provvedimenti straordinari da assumere nelle prossime settimane per risollevare il Paese. Interrompere questo percorso è un atto di irresponsabilità. Bisogna ascoltare il Capo dello Stato quando indica la via dell’unità, della coesione nazionale, della stabilità che serve a costruire una prospettiva economico-sociale di ripartenza che guardi all'interesse generale e al bene comune”.
Intanto Confartigianato ha calcolato le conseguenze che potrebbero essere provocate dalla crisi di governo: a rischio sono 49,5 miliardi di euro, pari a 2,5 punti di Pil; e 253 mila posti di lavoro0.
Giampiero Guadagni

( 15 luglio 2022 )

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