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Sky Italia, 200 esuberi e 300 trasferimenti. Sindacati e azienda convocati dal ministro Calenda

"E' opportuna la convocazione del Ministro dello Sviluppo, Carlo Calenda, sulla vicenda del trasferimento a Milano della redazione romana di Sky, uno dei più importanti gruppi editoriali del nostro paese. Siamo convinti che l'azienda ed i sindacati troveranno una soluzione equilibrata per non dispendere una importante realtà produttiva ed il grande patrimonio umano e professionale rappresentato dai lavoratori". Lo dichiarano in una nota congiunta la Segretaria Generale della Cisl, Annamaria Furlan, ed il Segretario Generale Fistel Cisl, Vito Vitale. "Stiamo seguendo con molta attenzione questa vertenza non solo per le sue ricadute sulla vita di tante lavoratrici e lavoratori di Sky, ma anche per le evidenti ripercussioni economiche sulla Capitale dove stiamo assistendo a tanti gravi episodi di disimpegno di aziende grandi e piccole, come è accaduto nel caso del call center di Almaviva, nel silenzio di tante istituzioni pubbliche. Ecco perchè ha fatto bene oggi il Ministro Calenda a scendere in campo sulla vicenda Sky. La Cisl e la Fistel Cisl faranno di tutto per salvaguardare i livelli occupazionali e la professionalità di tutti i lavoratori, nel quadro di un progetto industriale innovativo che rilanci la presenza di questo importante gruppo editoriale nel nostro Paese".

"Prima Almaviva che chiude la sede romana licenziando 1.666 lavoratori. Adesso anche Sky Italia che, dicendo addio a Roma e puntando tutto su Milano, vorrebbe licenziare 120 persone tra tecnici e giornalisti e effettuare 300 trasferimenti su un totale di circa 600 dipendenti attualmente occupati nella sede romana. Questo vuol dire che la capitale non è più un luogo di attrazione. Un segnale negativo dovuto a diversi e molteplici fattori. Il principale quello di essere una città difficile da governare, stretta tra una burocrazia lenta e una macchina amministrativa complessa, e che sembra non attirare più lavoro e investimenti. Resta il fatto che Roma da quartier generale delle società di telecomunicazioni, sta diventando piano piano una succursale. Interi pezzi di città che stanno andando via dopo che avevano scelto la capitale nel momento di maggiore sviluppo economico. Erano gli anni in cui si parlava di Roma come locomotiva d'Italia (prima per Pil e ricchezza creata) mentre oggi è diventata il fanalino di coda di una macchina che cammina a rilento. Noi ci auguriamo che il comune faccia qualcosa di concreto per evitare che una grossa azienda come Sky porti tutto a Milano. Dal Sindaco di Roma, quindi, ci aspettiamo una presa di posizione molto forte per evitare altre ricadute occupazionali in una città già fortemente provata e attraversata da una crisi profonda che rischia di diventare strutturale". Così in un comunicato Paolo Terrinoni, segretario generale Cisl Roma Capitale Rieti.

Intanto è arrivato Immediato intervento della Regione Sardegna, del sindaco di Cagliari, Massimo Zedda, e delle massime autorità prefettizie e territoriali per salvare i quasi mille posti di lavoro del Contact center di Sky Italia a Sestu. È la richiesta dei sindacati Cgil, Cisl e Uil all'indomani della notizia della chiusura della sede di Roma con riflessi anche nell'Isola interessata da dieci trasferimenti a Milano di lavoratori sinora impiegati in Sardegna. "Davanti a questo precipitare degli eventi - spiegano le tre sigle sindacali - sarebbe irresponsabile non considerare il Contact Center di Sestu, un tempo uno dei più importanti d'Europa, come la probabile prossima vittima designata dei piani di riorganizzazione aziendale".

( 19 gennaio 2017 )

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