Domenica 19 maggio 2024, ore 19:05

Lavoro

Trèves di Bergamo conferma chiusura: altre 16 ore di sciopero

L'azienda Trèves Italia, l’azienda tessile di Cazzano Sant’Andrea conferma l’intenzione di chiudere e di avviare la cassa integrazione straordinaria fino a dicembre. Questo l’esito dell’atteso incontro tenuto in Confindustria tra sindacati, lavoratori delegati Rsu e rappresentanti di Trèves che il 22 aprile aveva annunciato la chiusura dello stabilimento entro fine luglio. A rischio ci sono 40 posti di lavoro. La notizia era arrivata del tutto inattesa, in un periodo in cui era stato chiesto di svolgere turni straordinari. Per questo sono state decise altre 16 ore di sciopero oltre a quelle già attuate. “La posizione dell’azienda è rimasta immutata, l’intenzione di chiudere e di utilizzare la cassa integrazione straordinaria fino a dicembre ci è stata confermata. Per noi resta una risposta insufficiente - hanno commentato Milena Occioni di Femca-Cisl e Giuseppe Errico della Filctem-Cgil, presenti al tavolo. Siamo tornati a chiedere l’applicazione di un contratto di solidarietà, così come ha scelto di fare il committente principale dell’azienda, cioè Stellantis nello stabilimento di Mirafiori: le fluttuazioni di mercato sono troppo imprevedibili, perché prendere decisioni così drastiche?”. Ai due sindacalisti appare, intanto, sempre più evidente come “l’acquisizione da parte del gruppo Trèves degli stabilimenti di Cazzano e Aprilia sia stato solo un modo per agganciare il committente Stellantis. Una volta conseguito l’obiettivo, si chiude, ignorando la responsabilità sociale”. Ricordiamo che la multinazionale Trèves aveva rilevato la Roi Automotive Technology Srl di Cazzano nel 2021. L’intenzione di chiudere il sito bergamasco è motivata dall’azienda con il calo dei volumi produttivi di Mirafiori e con lo spostamento dell’asse dei progetti acquisiti da Trèves Italia sugli stabilimenti Stellantis di Melfi, Cassino e Pomigliano che scontano una lontananza geografica con il polo produttivo bergamasco. A questo proposito i rappresentanti sindacali di categoria esprimono insoddisfazione e dubbi: ”Non ci sono stati fatti visionare dati di produzione differenziati tra Cazzano e Aprilia, si è parlato solo di potenziali risparmi. Dobbiamo osservare che i costi della logistica citati nel primo incontro non sono poi così significativi: quello che pesa maggiormente è invece la voce "salari indiretti" ossia i compensi per ruoli, spesso apicali, raddoppiati sui due impianti. Un tema che avevamo sollevato già mesi fa, invitando l’azienda a un’organizzazione più organica”. Nell’incontro si è iniziato, nel frattempo, a discutere anche di incentivi all’esodo. “Abbiamo chiesto incentivi sin da subito. L’organico di Cazzano è fortemente differenziato: da un lato c’è un piccolo gruppo di giovani che potrebbe essere in breve assorbito dal mercato, e dall’altro ci sono molti lavoratori con anzianità di servizio importanti o con limitazioni fisiche, per i quali la ricollocazione sarebbe sicuramente più difficile. Per i più giovani potrebbe essere importante mettere subito a disposizione degli incentivi. A noi consentirebbe di continuare la discussione sugli ammortizzatori con una popolazione aziendale ridotta”. All’uscita dalla trattativa ai due sindacalisti è rimasta una forte amarezza: “Sembra quasi” concludono “che mentre trattiamo la chiusura, l’azienda pensi solo a produrre per fare magazzino e ad evadere gli ordini. Vista la distanza delle posizioni non abbiamo altra scelta che chiedere un’audizione in Regione per esporre le nostre ragioni”.
Stefano Contu

( 6 maggio 2024 )

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