Per l'erogazione dell'acqua i costi sono considerati elevati da quattro famiglie su 10. Alti livelli di insoddisfazione per l'entità della spesa si rilevano nelle Isole, nel Sud e nel Centro; più contenuti nel Nord-ovest e nel Nord-est. In alcune Regioni la gestione dei servizi idrici è ancora frammentata. Tra le famiglie che rilevano irregolarità poco meno del 40% le riscontra durante tutto l'anno, il 27,8% solamente durante il periodo estivo e il 31,2% le descrive come un evento sporadico.
Nel 2024, le famiglie che dichiarano di non fidarsi di bere l'acqua del rubinetto sono il 28,7%. La quota di persone che consuma almeno mezzo litro di acqua minerale al giorno è pari all'82,6%, e risulta sostanzialmente invariata nell'ultimo triennio. L’Umbria mantiene il primato nel consumo di acqua minerale.
Le perdite idriche nei Comuni italiani che dispongono di un servizio pubblico di distribuzione dell'acqua potabile si differenziano tra i vari modelli di gestione. Nel 2022, alle gestioni in economia (ovvero quelle in cui il servizio è gestito direttamente dai Comuni o enti locali) corrispondono perdite idriche totali in distribuzione pari al 45,5% del volume immesso in rete. Tale valore è superiore di 3,1 punti percentuali rispetto alla media nazionale (42,4%). Di contro, nelle gestioni specializzate, il valore delle perdite in distribuzione è complessivamente inferiore e pari al 41,9%.
Infine, quasi il 70% delle persone di almeno 14 anni afferma di prestare attenzione a non sprecare acqua, a conferma della diffusa consapevolezza della necessità di una corretta gestione delle risorse naturali. Permangono però differenze regionali significative, con quote che assumono il valore minimo in Calabria e massimo in Sardegna. Oltre due persone su tre sono preoccupate dei cambiamenti climatici. Livelli massimi di preoccupazione sono espressi nel Nord-ovest e nel Centro (rispettivamente 70,3% e 70,4%), minimi (67,7%) nel Sud. Il 28,5% delle persone di 14 anni e più si dichiara preoccupata per il dissesto idrogeologico (alluvioni, frane e valanghe) e la quota sale al 32,4% tra le persone con più di 55 anni di età. Complessivamente il valore nazionale è in crescita di due punti percentuali rispetto al 2023. In particolare, l'aumento è di circa cinque punti percentuali nel Nord e addirittura di circa nove in Emilia-Romagna, Regione duramente colpita dagli eventi alluvionali degli ultimi due anni. Nel 2024, il 37,9% degli individui di 14 anni e più si dichiara preoccupato per l'inquinamento delle acque (fiumi, mari, laghi, falde), valore che sale al 39,8% al Nord-ovest, mentre nel Sud si attesta al 35,7%. Una maggiore sensibilità sul tema viene espressa dai giovani tra i 14 e i 24 anni rispetto agli over 55enni.
Acqua sempre più cara per le famiglie italiane. Salgono le tariffe comunali e salgono le bollette. Ma non a Milano che si conferma nel 2024 il capoluogo con l'acqua al prezzo più basso. Lo rivela il XX Rapporto sul servizio idrico integrato, a cura dell'Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva. Secondo l'indagine, basata su una famiglia composta da 3 persone, papà, mamma e un solo figlio, con consumo annuo di 182 metri cubi, nel 2024 la spesa a famiglia è stata di 500 euro. Quasi 20 euro in più rispetto ai 481 euro spesi nel 2023. Ma se il confronto viene fatto con il 2019 - cioè prima della crisi pandemica - la spesa per l'acqua è salita del 23%. ”Per chi ha accesso al bonus sociale idrico, appartenente ad un nucleo familiare di tre persone e soglia Isee fino a 9.530 euro, il risparmio annuo si attesta sui 110 euro”, afferma il Rapporto. La regione in cui si rileva la spesa media più bassa è il Molise (234 euro) dato invariato rispetto all'anno precedente. Al contrario, la regione con la spesa più elevata è la Toscana (748 euro) dove rispetto al 2023 si registra un aumento medio del 2,3%. L'incremento più consistente interessa l'Emilia Romagna (+8,8%) e l'Abruzzo (+8,5%). Frosinone resta in testa alla classifica delle province più care con una spesa media annuale di 917 euro (+5,7%) mentre Milano conquista anche nel 2024 la palma di capoluogo più economico con 185 euro. Fra i capoluoghi di provincia, aumenti a due cifre percentuali per Salerno (+16,1%), Novara e Verbania (+12,9%), Rovigo (+11,1%). A Latina si registra un decremento del 37%. Nel 2023 l'86,4% (+0,4 rispetto all'anno precedente) delle famiglie allacciate si dichiara molto (21,5%) o abbastanza soddisfatto (64,9%) del servizio idrico, contro un 13,6% poco o per niente. Nello stesso anno, l'8,9% ha lamentato irregolarità nell'erogazione, percentuale che sale al 15,8% nelle regioni del Sud e al 24,3% nelle Isole. La fornitura irregolare del servizio, oltre alle problematiche di accesso, incide negativamente in molti casi anche sui livelli di fiducia dei cittadini nei confronti dell'acqua di rubinetto. In media una famiglia su 4 è poco o per niente soddisfatta della qualità dell'acqua di rubinetto, con situazioni di maggiore criticità al Sud e soprattutto nelle Isole dove il 53,4% di esse dichiara di non fidarsi a berla, a fronte di una media nazionale del 28,8%, comunque alta. Ciò spiega in parte perché gli italiani siano i primi consumatori di acqua in bottiglia in Europa (con una media annua di 208 litri pro capite) e secondi al mondo dopo il Messico.
Il Libro bianco 2025 ”Valore Acqua per l'Italia” di The European House Ambrosetti (Teha) e dal Blue Book 2025 realizzato dalla Fondazione Utilitatis e promosso da Utilitalia (le raccolte più complete di informazioni sulla risorsa idrica in Italia) registra la crescita di valore della filiera idrica estesa, che comprende imprese, agricoltura e settore energetico. Dalle risorse dell'acqua dipende il 20% del Pil italiano, un valore che ha superato i 383 miliardi di euro. La filiera estesa dell'acqua è in crescita mediamente del 5% all'anno e dal 2015 a oggi coinvolge 1,5 milioni di imprese italiane. Per quanto riguarda invece i gestori del servizio idrico integrato, dal 2021 al 2023 sono stati realizzati investimenti per circa 7,1 miliardi di euro, cifra che sale a 13,2 miliardi se si considerano gli interventi programmati per il biennio 2024-2025. I dati sono stati presentati in occasione della Community ”Valore acqua per l'Italia” i cui 43 partner rappresentano 45 miliardi di euro di fatturato e oltre 260.000 occupati, servendo l'80% della popolazione italiana. Il Libro Bianco ha un focus sul ciclo idrico esteso che tra servizi, consorzi di bonifica e irrigazione, software e tecnologie, macchinari, impianti e componenti vale 11 miliardi di euro. Oggi in Italia il 16,1% degli investimenti dei gestori industriali nel settore idrico è destinato a tecnologie per l'innovazione e la circolarità. Secondo i dati del Libro Bianco, entro il 2029 la quota di investimenti in tecnologie in Italia è prevista in aumento fino a raggiungere il 19%, un tasso di crescita tre volte superiore alla media dell'Ue a 27 Paesi. Gli investimenti sono orientati in particolare verso il riuso e il riciclo delle acque reflue (31,7%) e la digitalizzazione per la riduzione delle perdite (20,5%).
Giampiero Guadagni