Giovedì 30 ottobre 2025, ore 6:14

Ricerca Acri-Ipsos 

Famiglie italiane che riescono a risparmiare ai minimi dal 2018 

Cresce il pessimismo sull'economia e le famiglie in grado di risparmiare scendono al 41%, il dato più basso dal 2018, contro il 46% dello scorso anno. La tradizionale ricerca Acri-Ipsos diffusa in occasione della giornata del risparmio segna un'inversione di tendenza rispetto a un 2024 di cauto ottimismo. Nel 2025 "la propensione psicologica a risparmiare si rafforza e cresce l'ansia da mancanza di risparmio, anche perché la capacità effettiva di accantonare si riduce". E più famiglie consumano tutto il reddito o attingono ai risparmi, E per i prossimi 12 mesi si attende una ulteriore compressione della capacità di risparmio.

La conseguenza di questa cautela, secondo la ricera "determinano una capacità di affrontare spese di piccola entità (1.000 euro) per 3 italiani su 4, ma è sempre più ridotto il numero di famiglie (36%) che potrebbe assorbire senza problemi una spesa rilevante (10.000 euro)". Riguardo i consumi si osserva una contrazione sia dei beni voluttuari sia di quelli essenziali. Il profilo di consumo delle famiglie si fa più difensivo: si riducono alcune voci essenziali (beni di base, salute), si blocca il recupero delle spese per la cura di sé (vestiario, estetica, sport. Inoltre si contraggono le spese del "fuori casa" (ristorazione, viaggi) e quelle culturali (lettura, cinema, teatro, musei); tengono le spese per auto e spostamenti, telefonia e internet ed elettronica ed elettrodomestici.

In generale nessuna categoria è sostanzialmente in crescita rispetto al 2024 e rispetto al 2023 sono quasi tutte in contrazione, Denaro disponibile sul conto corrente o comunque liquido, meno investimenti finanziari anche quelli più 'sicuri' e un ritorno dell'immobiliare. Il pessimismo e la cautela segnalato dalla ricerca Acri Ipsos per il 2025 si riflette anche nelle scelte dei risparmiatori a un modello ancora ancorato al passato, all'estrema prudenza e alla poca conoscenza degli strumenti finanziari disponibili. Come si legge nella ricerca, "il 64% degli italiani preferisce mantenere buona parte delle proprie riserve in liquidità. La quota di risparmiatori che preferisce investire è minoritaria (circa un terzo) e, quando lo fa, privilegia strumenti semplici e percepiti come sicuri".

"Il risparmio è un patrimonio altamente prezioso delle nostre società, per investimenti nei settori più innovativi e strategici, a partire dalle transizioni ecologica e digitale. È un ambito in cui il nostro modello sociale può avvalersi in modo positivo delle fondazioni di origine bancaria, che concorrono al suo presidio e alle quali gli ordinamenti pubblici, come avvenuto recentemente col dialogo per l'aggiornamento del protocollo Acri-Mef, sono chiamati ad assicurare sostegno", ha scritto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio al presidente dell'Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio S.p.A. , Giovanni Azzone.

Resta una dato: le aggregazioni bancarie viste in questi mesi in Italia "devono rafforzare gli istituti di credito e accrescerne ulteriormente l'efficienza e potenziare la capacità di offrire servizi migliori e più vicini ai bisogni della clientela". È quanto auspica il governatore della Banca d'Italia, Fabio Panetta, proprio nel suo intervento alla giornata del risparmio dell'Acri ricordando come il buon andamento dei ricavi del comparto "ha alimentato le operazioni di concentrazione che hanno interessato il sistema bancario negli ultimi mesi".

In questo contesto, l’Istat segnala come migliori a ottobre la fiducia di imprese e consumatori. "L'indice di fiducia dei consumatori è in crescita, per il secondo mese consecutivo" osserva l'Istituto di statistica. A ottobre il clima di opinione dei consumatori passa da 96,8 a 97,6 mentre l'indicatore composito del clima di fiducia delle imprese passa da 93,7 a 94,3. Tra i consumatori, migliora soprattutto l'opinione sulla situazione personale e futura. Nelle imprese, la fiducia aumenta nell'industria (la manifattura da 87,4 a 88,3 e le costruzioni da 101,6 a 103,3) e, soprattutto nel commercio al dettaglio (da 101,8 a 105,0) mentre diminuisce nei sevizi di mercato (da 95,6 a 95,0).

Rodolfo Ricci

( 28 ottobre 2025 )

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