Dopo l'upgrade del rating dell'Italia, diverse istituzioni finanziarie si sono viste migliorare il giudizio."E questo beneficio dovrebbe ora tradursi in uno «sforzo di sistema". È il richiamo che arriva dal ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti che torna a sferzare le banche, ma non solo, affinché traducono le loro migliori condizioni in un contributo da affiancare allo sforzo su cui il governo è al lavoro, a partire dalla prossima legge di bilancio, per aiutare famiglie e imprese. "Una serie di istituzioni finanziarie, a cominciare dalle banche, sono state a loro volte beneficiate di un miglioramento del rating grazie al miglioramento del rating del paese. L'auspicio è che queste istituzioni che hanno beneficiato di un'azione collettiva partecipino ad uno sforzo di sistema per migliorare le condizioni, ad esempio alle imprese, per l'accesso al credito e quant'altro", è il messaggio lanciato dal ministro dell'Economia in videocollegamento con un evento a Venezia. E in risposta alla frenata è arrivata ieri dall'Abi, che ha chiarito che le banche "non hanno rendite di posizione, Giorgetti tiene il punto.
"Non ho mai visto nessuno favorevole a pagare le tasse", che per definizione sono "un sacrificio": ma proprio per questo "dobbiamo dare un sollievo più possibile in base alla capacità di ciascuno di sopportare purtroppo questo sacrificio". Il messaggio è chiaro, ciascuno deve contribuire per quanto può. Ma nel mondo bancario c'è preoccupazione. Il tema è spinoso anche politicamente, con la maggioranza divisa tra Forza Italia che boccia gli extraprofitti e la Lega che invece punta proprio sul contributo dalle banche come copertura per una nuova rottamazione.
La proposta leghista di una rateizzazione in 120 rate su 10 anni, concretizzata in un ddl all'esame del Senato, sembra tuttavia essere avviata ad un ridimensionamento in manovra. Il viceministro dell'Economia Maurizio Leo ha già messo le mani avanti, spiegando che va fatta "cum grano salis" e infatti la copertura su cui lavorano i tecnici dovrebbe aggirarsi intorno a 1,5-2 miliardi. Per questo sono allo studio dei paletti che potrebbero limitare l'ingresso ai recidivi, ovvero i contribuenti "furbetti" che aderiscono alla definizione agevolata e versano solo una o due rate per garantirsi lo scudo da pignoramenti o dagli strumenti coercitivi di riscossione.
Ma il deputato della Lega Alberto Gusmeroli, padre della proposta di legge, sostiene che alla nuova rottamazione potranno aderire anche i decaduti dalle precedenti rottamazioni. Sul fronte dei conti pubblici, intanto, Giorgetti conferma l'impegno a continuare a lavorare per ridurre al massimo la spesa improduttiva, ovvero gli interessi sul debito pubblico che sono "la spesa più odiosa in assoluto", in modo da creare gli spazi per la spesa produttiva meritoria o per ridurre le imposte. In questo scenario di legge di Bilancio tutta da definire c’è da registrare che a settembre si stima un miglioramento del clima di fiducia dei consumatori (da 96,2 a 96,8) e un incremento marginale dell'indicatore composito del clima di fiducia delle imprese (da 93,6 a 93,7). Lo rileva l'Istat, sottolineando che la fiducia dei consumatori recupera parzialmente il calo dello scorso mese: la crescita è sostenuta soprattutto dall'evoluzione positiva delle opinioni sia sulla situazione economica generale sia sull'opportunità di acquisto di beni durevoli. Per le imprese, segnali positivi provengono dai giudizi sugli ordini nell'industria e dalle attese su ordini e vendite nei servizi.
A settembre tra i consumatori, indica l'Istat, si evidenzia un complessivo miglioramento delle opinioni sulla situazione economica generale, sulla situazione corrente e su quella futura: il clima economico sale da 97,0 a 98,8, il clima corrente aumenta da 99,2 a 99,9 e il clima futuro cresce da 92,2 a 92,6; il clima personale rimane sostanzialmente stazionario (da 95,9 a 96,0). Con riferimento alle imprese, l'indice di fiducia aumenta nelle costruzioni e nei servizi di mercato (da 101,3 a 101,5 e da 95,1 a 95,6, rispettivamente) mentre rimane invariato nella manifattura (a 87,3) e diminuisce nel commercio al dettaglio (da 102,7 a 101,6).
Rodolfo Ricci