Martedì 28 ottobre 2025, ore 22:43

Istat

Italia, un tempo paese di giovani. Oggi la metà è over 45

L’Italia non è un paese per giovani. Rispetto agli anni ’50, infatti, quando il Bel Paese era tra le nazioni più giovani d’Europa, siamo invecchiati di più e più rapidamente. E’ quanto rileva l'Istat nel Report 'Sessant'anni di Europa'. "Se nel 1957 la metà della popolazione italiana aveva meno di 31 anni, ora ne ha più di 45. In sessanta anni, dunque, il baricentro della popolazione italiana si è spostato di oltre 15 anni", spiega l’istituto. Lo stesso fenomeno si registra per gli altri ma con un'intensità "minore": lo spostamento è stato in media "di 11 anni": da "33 a 44 anni nei 6 Paesi fondatori e da 32 a 43 nel complesso dell'Ue".

Nel frattempo abbiamo perso terreno anche sul fronte del lavoro e della parità di genere. Nel 2016, infatti, il tasso di occupazione in Italia è pari al 57,2% della popolazione in età attiva, un livello inferiore a quello osservato nel complesso dell'Ue e ancor più basso se si considerano i soli paesi fondatori. “Il ritardo dell'Italia sul fronte della partecipazione al lavoro non è una novità”, spiega l’Istat, ma "i livelli massimi di divergenza si osservano durante la recente crisi: in questi anni il divario tra l'Italia e l'Europa dei sei fondatori, ma anche dei 28, è il più elevato mai riscontrato. L'obiettivo di Europa 2020 di un tasso di occupazione al 75% appare molto lontano".

Dati che si accompagnano all’incremento del tasso di povertà, che in Italia si attesta su livelli costantemente superiori rispetto ai partner europei. La crisi del 2008 ha avuto un effetto molto più intenso: dopo il 2010 il tasso di deprivazione materiale è aumentato di circa 5 punti percentuali e il rischio di povertà o esclusione sociale di circa 3 punti, a fronte di un aumento di un solo punto per entrambi gli indicatori negli aggregati europei.

Quanto alla parità di genere, negli ultimi sessant'anni, si legge nel Report, "le differenze fra l'Italia e i sei paesi fondatori si sono accentuate". In Italia, si spiega, "un cambio di passo interviene soltanto a partire dagli anni Settanta: i punti percentuali che separano i tassi di occupazione maschili e femminili sono 50 nel 1970, e si riducono a 18 nel 2016. Ma ancora molta strada ci separa dal complesso dei paesi dell'Ue e dall'aggregato dei sei fondatori".

(Approfondimento domani su Conquiste Tabloid)

( 20 ottobre 2017 )

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