Mercoledì 3 settembre 2025, ore 0:38

Francoforte 

Lagarde: Roma è in uscita dalla procedura di deficit Ue 

L’Italia sotto il 3% di deficit già nel 2026. Una accenno all'obiettivo che anticiperebbe di un anno l'uscita dalla procedura di deficit eccessivo era già stato fatto dal ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti. Ora a parlarne è anche la presidente della Bce Christine Lagarde. "L'Italia in termini di bilancio oggi fa degli sforzi molto seri, e trovandosi prossimamente al 3% di deficit probabilmente uscirà dal 'regolamento di co-proprietà' che ho appena evocato", ha detto in un'intervista nella quale ha parlato anche delle difficoltà del governo francese. "Il costo aggiuntivo per il debito francese è aumentato ed è appena sotto quello dell'Italia, non era così qualche trimestre fa, ha detto la presidente Bce, ricordando che la Francia è comunque un debitore "rispettato". "Il rischio di caduta di un Governo è sempre preoccupante" - ha detto Lagarde i mercati valutano questi rischi "e abbiamo visto il rischio-Paese aumentare negli ultimi giorni", ha detto Lagarde sempre a proposito della situazione politica in Francia.

Lagarde ha ribadito che la Francia è un debitore rispettato, ma anche che i mercati ora chiedono un premio di rischio prossimi a quello dell'Italia. "Guardo con molta attenzione agli spread - ha spiegato - il costo aggiuntivo per il debito francese è aumentato ed è appena sotto quello dell'Italia, non era così qualche trimestre fa". L'appello della presidente della Bce è a una disciplina in termini di finanze pubbliche per dare il segnale che si vuole un debito sostenibile, che si ha la credibilità sui mercati finanziari. Le cifre sono compatibili con un deficit al 3,3% nel 2025 e con il ritorno sotto il 3% nel 2026". Quindi nessuna manovra bis ma soprattutto un 2026 che ci porta fuori dalla lente di controllo che l'Ue attiva per i Paesi un pò più indisciplinati sui conti.

"L'uscita dalla procedura - chiosa Giorgetti che non dimentica certo il suo pedigree politico - non è solo questione di stima e di autostima ma il superamento anche di raccomandazioni, che ogni anno fanno notizia e risultano anche politicamente fastidiose, riacquistando margine di agibilità e possibilità". Il confronto è in atto. Lo ha confermato anche il commissario Ue, Dombrovskis: "Stiamo discutendo anche un'altra opzione con il governo italiano, cioè di uscire dalla procedura di deficit eccessivo e vedere come poter far funzionare questa clausola per l'Italia. Siamo in un colloquio costruttivo e troveremo soluzioni che permetteranno all'Italia di aumentare le spese per la difesa". Il nodo è proprio questo. L'Italia contesta un'asimmetria di norme che penalizzerebbe il nostro paese, sulle quali però l'Ue sta lavorando per fornire interpretazioni che faranno chiarezza.

Ora invece un Paese con un deficit sotto al 3, se sale sopra questa soglia per i nuovi impegni sul fronte della difesa non entra nella procedura eccessiva; mentre rischia di non uscirne un Paese come l'Italia che invece ha ridotto di molto il deficit e che rimane appena sopra la soglia proprio per finanziare gli impegni della difesa. Impegni quella della spesa al 5% che, non nasconde Giorgetti, sono "un obiettivo ambizioso" ma che il governo conta di realizzare salvaguardando le voci di spesa orientate alla crescita e al benessere economico e sociale, come quelle per le famiglie e per i servizi sociali.

Rodolfo Ricci

( 2 settembre 2025 )

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