L'attacco degli Usa all'Iran impone all'Italia anche di rimodulare la strategia politica: continuare a lavorare per la de-escalation, ma al contempo prepararsi anche al peggio. Per questo, la premier Meloni domenica ha anche sentito diversi leader internazionali condividendo con loro la necessità di riprendere rapidamente i negoziati e giungere ad una soluzione politica della crisi. Nella stessa giornata il punto telefonico con il capo dello Stato Mattarella, per tenerlo informato e condividere l'obiettivo di far tornare l'Iran al tavolo delle trattative. La postura dell'Italia nello scacchiere mediorientale è stato oggetto anche di una lunga chiamata con la segretaria del Pd Schlein, che chiede al Governo di non partecipare ad azioni militari né di consentire che il nostro territorio possa essere utilizzato per fornire sostegno alla guerra. Posizione confermata nella risoluzione che il Pd ha presentato in vista delle comunicazioni alla Camera di lunedì pomeriggio della premier Meloni in vista del Consiglio europeo.
Nel suo intervento in Aula Meloni ha sottolineato tra l’altro: ”Stiamo monitorando il prezzo del petrolio e dell'energia a livello mondiale, ma in ogni caso ci siamo già occupati di assicurare all'Italia gli approvvigionamenti energetici necessari in caso di crisi”. La premier ha posi precisato: nessun aereo americano è partito da basi italiane per colpire l’Iran. Per la presidente del Consiglio ”è giunto il tempo di abbandonare le ambiguità: Teheran deve fare un accordo con gli Usa, è pericoloso anche per l’Italia che abbia armi nucleari”. Quanto alla situazione a Gaza ” la legittima reazione di Israele a un insensato attacco sta assumendo forme drammatiche e inaccettabili”.
Giampiero Guadagni