Domenica 10 novembre 2024, ore 9:41

Audizioni 

Def, sindacati: non aiuta il Paese nella ripartenza 

Il Documento di economica e finanza varato dal Governo l’11 aprile non aiuta il Paese ad agganciare la sfida della ripartenza. Questo il giudizio di fondo che Cgil, Cisl e Uil hanno espresso ieri nelle rispettive audizioni nelle commissioni Bilancio di Camera e Senato.
Afferma il segretario confederale Cisl GAnga: ”Il Def è esageratamente difensivo. Rispetto all'attuale congiuntura ci saremmo aspettati una spinta molto più decisa, spinta espansiva”. Positivo viene giudicato l’utilizzo nel 2023 di 3,4 miliardi di euro per ridurre il cuneo fiscale delle retribuzioni dipendenti, ma il provvedimento ”è ancora insufficiente per rispondere al problema della difesa delle retribuzioni rispetto all'inflazione”. Il taglio del cuneo contributivo previsto dalla legge di bilancio per il 2023, pari a 5 miliardi di euro, e di ulteriori 3,4 miliardi previsti nel Def, scade a dicembre. ”Per mantenerlo inalterato per tutto il 2024 - spiega Ganga - sono necessari 10 miliardi e nel Def non c'è traccia di un loro stanziamento. A legislazione vigente le retribuzioni nette medio-basse subirebbero un taglio e questo per la Cisl sarebbe particolarmente problematico”. Ci sono poi i temi dei contratti pubblici da rinnovare e del fiscal-drag che taglia le retribuzioni reali. Il segretario confederale Cisl pone l’accento sul fatto che ”nel Def non sono indicati gli interventi di politica di bilancio che il Governo intende fare con la legge di bilancio e le relative coperture che intende utilizzare, considerati i minimi margini di manovra concessi dai dati di finanza pubblica illustrati dal Documento e dal ritorno nel 2024 del Patto di Stabilità e Crescita”.
Giudizio negativo da parte della Cgil. Sottolinea la segretaria confederale della Cgil Fracassi: ”Mancano quelle risposte strutturali per limitare i prezzi e sostenere i redditi da lavoro e pensione, anche per via fiscale e gli interventi necessari per sostenere la coesione sociale attraverso le politiche per l'inclusione a partire dal contrasto alla povertà, il sostegno ai presidi di cittadinanza come sanità, istruzione e non autosufficienza”. Il taglio del cuneo fiscale ”è insufficiente. Noi chiediamo un taglio del 5% e il fiscal drag”. Anche la Cgil ha sottolineato la mancanza di 10 miliardi di euro che sarebbero necessari per ”prorogare le misure di sostegno a famiglie e imprese già varate in precedenza dal governo Draghi e dal governo Meloni”. In tema fiscale, per la riforma ”vengono messi a disposizione solo 4 miliardi e le altre risorse saranno reperite nel sistema tributario, a fronte di mancate misure per la lotta all'evasione, anzi il governo ha previsto la depenalizzazione dei reati tributari”. Per le pensioni ”il superamento della Fornero è rinviato ancora una volta”.
Da parte della Uil il segrretario confederale Proietti sostiene che nel Def sarebbe stato necessario tracciare un percorso per una crescita duratura, ”invece vediamo tornare indietro il Governo verso anni in cui si parlava di austerity e non di sviluppo della nostra economia. E questo è un grave errore”. Il Documento, aggiunge Proietti, ”è un’occasione mancata per dare una risposta ai problemi del Paese, a cominciare dal promuovere una crescita sostenuta e stabile della nostra economia”. In particolare, una ”grave assenza è la svolta epocale nella lotta all'evasione fiscale”. Se il Paese continua ad avere questa evasione e il Governo continua a emanare provvedimenti che la incentivano, noi andiamo nella direzione opposta”. La Uo, chiede al Parlamento ”un intervento molto serio, perché in prossimi anni dovranno essere recuperati i 200 miliardi fatti a debito” per affrontare l'emergenza del Covid e della guerra. La Uil annuncia per le prossime settimane ”diverse forme di mobilitazione, per far crescere questa consapevolezza”.
Giampiero Guadagni

( 17 aprile 2023 )

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