Venerdì 17 ottobre 2025, ore 8:05

Lavoro 

Ex Ilva, il 16 ottobre sciopero in tutti i siti 

Fim, Fiom e Uilm hanno indetto uno sciopero di tutti gli stabilimenti ex Ilva per il prossimo 16 ottobre. “E' il momento di scelte chiare: il Governo assuma la guida della ex Ilva con un forte intervento pubblico che guidi la transizione ed il rilancio di un'azienda oramai al collasso”, è la richiesta che arriva dai sindacati di categoria. I segretari generali di Fim, Fiom e Uilm, Ferdinando Uliano, Michele De Palma, Rocco Palombella, parlano di un “inaccettabile silenzio” da parte del Ggoverno.
I sindacati “condannano fermamente l'aver appreso a mezzo stampa dei contenuti delle offerte presentate per l'acquisto dell'ex Ilva, e in particolare quella di Bedrock Industries, che prevederebbe solo 2000 unità occupate su Taranto e poco più di 1000 negli altri siti”. E ancora: “Riteniamo inaccettabile il silenzio di Palazzo Chigi che, a fronte della richiesta di incontro più volte reiterata degli scriventi, non convochi ancora un tavolo sulla chiusura del bando e le offerte pervenute. Non ultimo lo strappo avvenuto sulla gestione della cigs dove le scelte unilaterali del governo hanno di fatto interrotto le relazioni avute fino ad oggi”. Per questi motivi, concludono i sindacalisti, “abbiamo indetto una campagna di assemblee nei siti del gruppo che culmineranno con una mobilitazione e lo sciopero di tutti gli stabilimenti per il prossimo 16 ottobre", concludono i sindacalisti.
Nei giorni scorsi il segretario generale della Fim-Cisl Ferdinando Uliano aveva sottolineato: ”Se venissero confermate le indiscrezioni riportate da alcune fonti giornalistiche, secondo cui le uniche offerte presentate per l'intero perimetro Ilva - da parte dei fondi Bedrock Industries e Flacks Industries - prevederebbero la salvaguardia di appena 2.000 lavoratori a Taranto e poco più di 1.000 negli altri siti italiani, il nostro giudizio non può che essere di assoluta, durissima contrarietà. Un piano che taglia fuori oltre 7.500 lavoratori non è rilancio industriale: è smantellamento. È un progetto di pura dismissione che genererebbe un dramma sociale senza precedenti”. A questo si aggiungerebbe un impatto devastante sull'indotto, con tagli stimabili attorno al 70%". Secondo Uliano ”il Governo non dovrebbe neanche prendere in considerazione un'offerta simile. Per questo ribadiamo l'urgenza di una convocazione immediata da parte della Presidenza del Consiglio: non è più accettabile attendere oltre. Quando gli imprenditori privati si tirano indietro dalle proprie responsabilità, è lo Stato che deve assumere un ruolo diretto, aggregando attorno a sé anche altri soggetti privati. È questa l'unica strada percorribile per rilanciare davvero il gruppo ex Ilva, e va imboccata senza tentennamenti”. Aggiunge il segretario generale della Fim: ”È indispensabile riattivare al più presto gli altri due altiforni, affiancandoli all'Altoforno 4 oggi unico in esercizio - per aumentare i volumi produttivi e ridurre le perdite legate all'attuale sottoutilizzo. Serve accelerare immediatamente la ripartenza dell'Altoforno 2 e, non appena sarà dissequestrato, riavviare anche l'Altoforno 1”. Il nostro obiettivo, conclude Uiliano, resta chiaro: ”Decarbonizzazione e una produzione che raggiunga 6 milioni di tonnellate a Taranto e 2 milioni negli stabilimenti del Nord. Non accetteremo scelte che mettano in discussione la sopravvivenza degli stabilimenti e che distruggano occupazione”.
Giampiero Guadagni

( 6 ottobre 2025 )

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