Lunedì 13 ottobre 2025, ore 16:02

Economia 

Ocse: l’Italia migliora. Ora avanti con le riforme 

Rischi importanti continuano a pesare sulle Prospettive economiche. Nuovi aumenti dei dazi bilaterali, un risorgere delle tensioni inflazionistiche, accresciuti timori rispetto ai rischi di bilancio o ad una notevole rivalutazione dei rischi sui mercati finanziari sono altrettanti fattori che potrebbero frenare la crescita economica rispetto allo scenario di riferimento. Questo è quanto si legge nelle ”Prospettive economiche intermedie” dell'Ocse presentate a Parigi. Al contrario ”una riduzione delle restrizioni commerciali o uno sviluppo e un'adozione più rapidi delle tecnologie dell'intelligenza artificiale potrebbero migliorare le prospettive di crescita”.
La crescita del Pil mondiale dovrebbe scendere dal 3,3% del 2024, al 3,2% del 2025, al 2,9% del 2026. L'organismo internazionale evoca, tra l'altro, l'effetto dei dazi e dell'incertezza politica su investimenti e scambi. Nella zona euro, il Pil dovrebbe attestarsi all'1,2% nel 2025 e all'1% nel 2026.Il Pil dell'Italia dovrebbe passare dallo 0,7% del 2024, allo 0,6% del 2025, allo 0,6% del 2026.
L’Ocse vede ”segni di rallentamento sui mercati del lavoro, sotto forma di un incremento dei tassi di disoccupazione e di un calo del numero di offerte di lavoro rapportato al numero di disoccupati in alcune economie, in particolare, negli Stati Uniti”.
L'inflazione ”dovrebbe rallentare in gran parte delle economie del G20 a causa della contrazione della crescita economica e dell'attenuarsi delle tensioni sul mercato del lavoro”. Nelle economie del G20, precisa l'Ocse, ”l'inflazione globale dovrebbe contrarsi, dal 3,4% del 2025, al 2,9 % del 2026”. In Italia, l'inflazione dovrebbe invece scendere dall'1,9% del 2025 all'1,8% del 2026.
Particolarmente forte l’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari in Giappone, a causa dell'evoluzione dei prezzi del riso; ma anche in altri Paesi come il Sudafrica, il Regno Unito, la Corea del Sud, l'Italia e l'Indonesia.
L'Italia è oggi in una migliore posizione di qualche anno fa, ma il livello del debito continua ad essere alto, è dunque importante continuare gli sforzi per ridurlo non solo quest'anno ma anche nei prossimi anni". Il capoeconomista dell'Ocse, Alvaro Santos Pereira. Che sottolinea: ”Ridurre il debito è importante prima di tutto perché se hai un debito elevato, invece di spendere in istruzione, welfare, salute, devi spendere in interessi. Secondo motivo: alti livelli di debito rendono più vulnerabile durante le crisi e restringono i margini di manovra". Il capoeconomista dell'Ocse ha quindi evocato gli ultimi 5-6 anni, tra pandemia, crisi energetica legata all'invasione russa dell'Ucraina, incertezza: ”Altrettanti shock difficili da superare ''se non hai margini'' di manovra o ''spazi di bilancio'' sufficienti. ''Conservare bassi livelli di debito - ha concluso -è un paraurti in caso di shock e permette ai Paesi di essere meno vulnerabili".
Per stimolare la crescita e proseguire sulla via del risanamento di bilancio ”l’Italia deve continuare con le riforme strutturali: la chiave è ridurre la burocrazia, semplificare la regolamentazione, rafforzare la competitività”.
Sottolinea ancora l’Ocse: ”L'immigrazione è una risorsa cruciale per l'economia statunitense. Continuare ad attrarre persone altamente qualificate dagli Stati Uniti o da tutto il mondo è una risorsa cruciale per l'economia statunitense, e questo diventerà ancora più importante con lo sviluppo dell'intelligenza artificiale. Con le misure restrittive sull'immigrazione già imposte da Donald Trump, c'è chiaramente una minore crescita della forza lavoro, il che avrà ovviamente un impatto sul pil statunitense”.
Giampiero Guadagni

( 23 settembre 2025 )

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