L'attuazione del complesso degli interventi della manovra sul Prodotto interno lordo italiano "essendo in larga misura indirizzati al sostegno del reddito disponibile di lavoratori, famiglie e redditi bassi, avrebbe un effetto positivo soprattutto sui consumi ed eserciterebbe spinte sui prezzi interni, con un aumento delle importazioni e un impatto negativo sul volume dei consumi pubblici, nel modello esogeni in termini nominali". L'istituto osserva quindi che "gli investimenti privati reagirebbero solo limitatamente e con ritardo all'aumento della domanda e alla riduzione dei tassi reali di interesse". E aggiunge che "l'effetto finale degli interventi simulati sulla crescita del Pil risulta positivo nell'intero triennio: di poco inferiore a 2 decimi di punto nel 2025 e nel 2026, e di poco superiore ai due decimi nel 2027". Inoltre, "l'effetto espansivo su redditi e consumi nominali si tradurrebbe in un aumento indotto del gettito delle imposte, sia dirette sia soprattutto indirette, migliorando quindi gli effetti della manovra sul deficit che potrebbe risultare, in termini di Pil, inferiore a quanto programmato nel Piano Strutturale di Bilancio di medio termine presentato lo scorso settembre".
Il rientro del tasso di inflazione, favorito dall'effetto di contrazione dei prezzi dei beni energetici osservato nel 2024, e' alla base della forte decelerazione del deflatore della spesa delle famiglie residenti (+1,1%, dal +5,1% del 2023); per il 2025 la tenuta di redditi e dei consumi dovrebbe determinare una risalita del deflatore della spesa delle famiglie (+2,0%). E più avanti nella nota: "Prosegue la riduzione dei prezzi dei beni energetici, seppure a ritmi piu' contenuti (-5,5% a novembre, dopo il -9% a ottobre; la contrazione era pari al -20,5% in gennaio); la dinamica dei prezzi dei beni alimentari, dopo essersi ridotta in termini tendenziali nei primi otto mesi (dal +5,6% di gennaio a +0,8% ad agosto), ha successivamente accelerato (+3% in novembre), soprattutto a causa della forte crescita degli alimentari non lavorati (+4,1% a novembre)".
La vivace dinamica dell'occupazione osservata nel corso del 2024, misurata in termini di unità di lavoro, risulterebbe notevolmente superiore (+1,2%) a quella del Pil; tali differenti dinamiche si riallineerebbero nel 2025 (+0,8% per Pil e unita' di lavoro)". Sottolinea l'istituto: "I miglioramenti sul mercato del lavoro favorirebbero nel 2024 una forte riduzione del tasso di disoccupazione (6,5%, dal 7,5% del 2023), cui seguirebbe una ulteriore, leggera riduzione l'anno successivo (6,2%)".
I consumi privati delle famiglie continuano a essere sostenuti dal rafforzamento del mercato del lavoro e dall'incremento delle retribuzioni in termini reali; il perdurare di tali tendenze determinerebbe una leggera accelerazione del loro tasso di crescita nel 2025 (+1,1%, dopo il +0,6% nel 2024). Sul fronte degli investimenti, invece, l'Istat registra una "debole crescita nel 2024 (+0,4% dal +8,7% del 2023), a causa del venire meno degli incentivi fiscali all'edilizia; l'effetto della fine degli stimoli fiscali sarebbe ancora più ampio nel 2025 quando, nonostante la spinta positiva derivante dall'attuazione delle misure previste dal Pnrr e dalla riduzione dei tassi di interesse, il tasso di crescita degli investimenti risulterebbe pari a zero".
Intanto la manovra entra nel vivo dell’esame ma i tempi slittano. La commissione Bilancio della Camera inizierà il voto sugli emendamenti mercoledì prossimo, mentre l'arrivo della legge di bilancio in Aula è in programma lunedì 16 dicembre. Lunedì si terrà un nuovo ufficio di presidenza della commissione per definire l'avvio delle votazioni sulle proposte di modifica.
Inizia intanto a prendere forma il pacchetto di emendamenti dei relatori e del Governo. Si parla di una ventina di proposte dei Ministeri. Oltre alle risorse per il fondo automotive, arriverà sicuramente, come annunciato, un emendamento per la privatizzazione dell'acqua pubblica. Sarebbe allo studio anche un intervento sul payback sanitario, con l'obiettivo di andare incontro alle aziende più piccole. Qualcosa potrebbe spuntare anche sulla proroga delle concessioni delle reti 5g ed elettriche. Nel frattempo le opposizioni studiano come concentrare le forze per una proposta comune - come già lo scorso anno - sulla loro porzione di tesoretto parlamentare, pari a 50 milioni. I temi sul tavolo vanno dallo psicologo scolastico alla stabilizzazione dei ricercatori, fino all'estensione del congedo di paternità. Una trattativa complicata dalle poche risorse. Ma anche dalla posizione ancora in bilico del M5S che potrebbe non essere della partita. La Lega intanto, nonostante la chiusura arrivata pochi giorni fa dal viceministro dell'Economia Leo, non rinuncia a riproporre una nuova rottamazione. E recupera in una proposta di legge l'emendamento alla manovra finito tra gli inammissibili.
Mercoledì sera c'è stato il via libera definitivo dalla Camera al decreto fisco, propedeutico alla legge di bilancio di cui anticipa alcune misure in materia di imposte.
Tra le novità più importanti la conferma della rateizzazione del secondo acconto Irpef per le partite Iva. Anche per quest'anno - prevede un emendamento presentato dalla Lega e riformulato dal Governo - i titolari di partita Iva potranno versare il secondo acconto Irpef posticipato a gennaio 2025 oppure a in cinque rate a partire dallo stesso mese. Per il solo periodo di imposta 2024, i contribuenti titolari di partita Iva, che nell'anno precedente hanno dichiarato ricavi o compensi non superiori a 170mila euro, effettuano il pagamento del secondo acconto Irpef, con esclusione dei contributi previdenziali e assistenziali e dei premi assicurativi Inail, ”entro il 16 gennaio dell'anno successivo, oppure in cinque rate mensili di pari importo, a decorrere da gennaio, aventi scadenza il 16 di ciascun mese”.
Inoltre, per aderire al concordato preventivo biennale c’è tempo fino al 12 dicembre per i contribuenti che hanno attività d'impresa, arti o professioni che hanno presentato la dichiarazione dei redditi entro il termine del 31 ottobre 2024 e, pur avendone i requisiti, non hanno aderito. Il Governo vorrebbe usare le risorse del concordato per abbassare il secondo scaglione Irpef dal 35% al 33% per aiutare il ceto medio ma l'obiettivo non appare semplice. Con la prima tranche del concordato sono stati raccolti circa 1,3 miliardi, per un ritocco dell'aliquota servirebbero pero' almeno 2,5 miliardi. In alternativa l'esecutivo starebbe pensando di posticipare la misura ad un successivo Dl da varare ad inizio del nuovo anno. Quanto al bonus Natale, è stata ampliata la platea per il contributo da 100 euro erogato contestualmente alla tredicesima che spetta ai lavoratori dipendenti con reddito complessivo nel 2024 non superiore a 28mila euro.
Dopo le perplessità fatte filtrare dal Quirinale, non è stata approvata la riformulazione del Governo dell'emendamento che proponeva una riforma del meccanismo di finanziamento dei partiti politici. Passa invece l'emendamento, presentato dal Pd e da Avs, che aumenta di 3 milioni di euro per il 2024 la dote da distribuire ai partiti politici, sulla base delle scelte del 2x1000 dell'Irpef dei contribuenti, con una crescita da 25 a 28 milioni di euro. Infine, viene modificato il riparto del payback farmaceutico, venendo incontro alle richieste delle Regioni. L'Aifa determinera', entro il 31 ottobre dell'anno successivo a quello di riferimento, la quota del ripiano attribuita ad ogni azienda farmaceutica titolare di Aic, ripartita per ciascuna Regione al 50% secondo il criterio pro capite e al 50% variabile in proporzione ai rispettivi superamenti dei tetti di spesa.
Giampiero Guadagni