Venerdì 14 novembre 2025, ore 16:49

Istat 

Rischio povertà, Italia sopra la media Ue 

In Italia condizioni di benessere peggiori rispetto alla media dell'Unione europea si osservano per alcuni indicatori del dominio Benessere economico. Nel 2024 il rischio di povertà in Italia è al 18,9%, superiore alla media Ue27 (16,2%). La disuguaglianza del reddito netto è anche più alta (5,5% Italia contro il 4,7% Ue27). Tuttavia, il sovraccarico del costo dell'abitazione colloca l'Italia in vantaggio, 3,1 punti percentuali al di sotto della media europea (8,2%); ciò avviene anche per gli indicatori relativi alla deprivazione materiale e sociale e alla difficoltà ad arrivare a fine mese. È quanto rileva l'Istat nella 12esima edizione del rapporto Bes sul Benessere equo e sostenibile.
Poco più di un terzo (34,3%, 47 indicatori) dei 137 indicatori Bes per i quali è possibile il confronto con l'anno precedente migliora in modo significativo; il 26,3% degli indicatori è su livelli peggiori (36) e il 39,4%, la quota più consistente, risulta stabile (54 indicatori). Il quadro per dominio è variegato: migliorano 7 indicatori su 13 del dominio Lavoro e conciliazione dei tempi di vita, ma allo stesso tempo 5 peggiorano; il dominio Qualità dei servizi si divide tra 6 indicatori in miglioramento e 6 in peggioramento sui 16 totali; migliorano circa la metà degli indicatori di Istruzione e formazione. In Sicurezza e Politica e istituzioni si osserva la maggiore quota di indicatori in peggioramento nell'ultimo anno. Nel lungo periodo il quadro è più positivo: oltre la metà degli indicatori migliora (70 su 128), solo 16 peggiorano, mentre per un terzo di essi non è possibile individuare una tendenza univoca. Tutti gli indicatori di Sicurezza migliorano, come anche oltre i tre quarti degli indicatori di Innovazione, ricerca e creatività, Politica e istituzioni e Benessere soggettivo. Nel dominio Relazioni sociali si rileva la maggiore quota di indicatori in peggioramento (4 su 9). Per tutte le regioni del Nord e del Centro, escluso il Lazio, nell'ultimo anno disponibile, il 60% o più dei 134 indicatori regionali analizzati mostra livelli di benessere migliori della media Italia, con punte del 70% e oltre per le due Province autonome di Trento e Bolzano/Bozen, il Veneto e il Friuli-Venezia Giulia. Al contrario, in tutte le regioni del Mezzogiorno, a eccezione dell'Abruzzo, la maggioranza degli indicatori registra valori peggiori di quelli nazionali; in Campania e in Puglia ciò accade per più di sette indicatori su 10.
Rispetto al contesto europeo, l'Italia presenta significativi svantaggi nel mercato del lavoro, con un tasso di occupazione al 67,1%, 8,7 punti sotto la media Ue27; il divario si accentua tra le donne, tra le quali il tasso scende al 57,4% in Italia (70,8% Ue27). Particolarmente elevata è anche la forbice tra le persone che lavorano in part-time involontario (8,5% Italia; 3,2% Ue27) soprattutto tra le lavoratrici (13,7% Italia; 4,8% Ue27). L'Italia è anche al di sotto della media Ue27 per alcuni indicatori del dominio Istruzione e Formazione, con solo il 31,6% dei 25-34enni laureati, contro il 44,1% nell'Ue27 e il 66,7% delle persone di 25-64 anni che hanno conseguito il diploma di scuola secondaria di secondo grado (80,5% Ue27). Ed inoltre, sul fronte dell'innovazione e della ricerca, l'Italia investe meno in ricerca e sviluppo (1,37% del Pil, contro il 2,22% dell'Ue27). La percentuale di lavoratori con formazione universitaria nelle professioni scientifico-tecnologiche è inferiore di 7,4 punti rispetto alla media europea (26,7% Italia vs 34,1% Ue27).
L'Italia è al di sopra della media Ue nella Salute e Sicurezza. Risultati positivi rispetto alla media Ue27 si registrano per la mortalità evitabile (17,6 rispetto a 25,8 per 10mila abitanti della media europea). La speranza di vita è di 84,1 anni, superiore alla media Ue27 di 81,7 anni, e il tasso di omicidi è tra i più bassi d'Europa (0,6 rispetto a 0,9 per 100mila abitanti in Ue27).
Giampiero Guadagni

( 13 novembre 2025 )

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