Mercoledì 30 aprile 2025, ore 23:35

Guerra 

L’Ue tira fuori un “price cap”del gas che scatta solo in emergenza 

Un 'price cap' "di ultima istanza" sui mercati Ttf, attivabile solo davanti a prezzi del gas "straordinariamente elevati". Sono i contorni della proposta legislativa sul tetto al prezzo del gas che la Commissione Ue ha presentato ieri pomeriggio, a Bruxelles. "Il nostro non è un intervento regolativo per fissare il prezzo del gas ma un meccanismo di ultima istanza che scatta" a certe condizioni e comunque "quando il prezzo predefinito del gas supera i 275 euro per megawattora per due settimane", ha detto la commissaria Ue all'Energia Kadri Simson. In pratica, il 'price cap' sul gas proposto dalla Commissione europea verrà attivato "quando lo spread tra il prezzo sul Ttf e il prezzo globale del Gnl è pari o superiore a 58 euro per dieci giorni di transazioni". Il regolamento avrebbe validità di un anno dal 1° gennaio 2023. La proposta sul tetto al prezzo del gas è "come mettere l'airbag in macchina prima di iniziare a guidare o solo dopo l'incidente" e "lascia diverse domande che restano senza risposta".

È quanto sottolineano fonti diplomatiche europee intrepretando le riserve che potrebbero essere avanzate dal fronte dei Paesi tradizionalmente scettici sulla proposta sul 'price cap' della Commissione. La proposta "contiene un elenco di domande senza risposte sui rischi, i benefici e il funzionamento interno del meccanismo e una delle domande chiave è se mantenere i benchmark prima o dopo il limite di prezzo", spiegano le stesse fonti. Nemmeno giovedì sarà la volta buona. L'epopea del 'price cap' non trova ancora il suo lieto fine e per l'accordo tra i governi europei - a oggi ancora spaccati - l'imminente confronto tra i ministri dell'Energia non sarà risolutivo. Ad apporre la firma decisiva sull'intesa saranno con tutta probabilità i leader Ue attesi a Bruxelles la settimana prima di Natale. Nel mezzo, la schiera dei favorevoli al cap, guidata da Roma, continuerà a tessere la tela diplomatica per trascinare dalla propria parte gli scettici, Berlino su tutti.

E il governo italiano, per bocca del suo ministro dell'Energia, Gilberto Pichetto, ha già annunciato la volontà di andare avanti per la propria strada, con una proposta - sulla scia delle misure avallate anche dall'Ue - per introdurre un tetto nazionale al prezzo per la produzione dell'energia da fonti rinnovabili. Lo schema tecnico - che si articola in un tetto statico da applicare in condizioni eccezionali - è visto da fonti europee come "un buon compromesso" ancora da riempire. E giovedì saranno i ministri dell'Energia a fare il primo giro di tavolo per offrire le prime reazioni a caldo. Ma, hanno fatto sapere le stesse fonti, non sarà chiesto loro di chiudere l'intesa legata a doppio filo anche al resto del pacchetto energia - che include gli acquisti congiunti di gas, accordi di solidarietà tra i Paesi membri e un benchmark complementare al Ttf della Borsa di Amsterdam.

Per il 'price cap' servirà invece ancora tempo e, secondo voci di corridoio, si fa strada anche l'idea di una nuova riunione straordinaria degli stessi titolari dell'Energia prima del vertice dei leader il 15 e 16 dicembre. Un'arena nella quale, ha ammonito direttamente da Berlino il ministro degli Affari europei, Raffaele Fitto, "non è immaginabile che non si prendano delle decisioni", perché l'inazione davanti al caro energia "sarebbe irresponsabile e grave".

Rodolfo Ricci

( 22 novembre 2022 )

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