Giovedì 28 agosto 2025, ore 16:33

Medioriente 

Netanyahu non cede alle proteste, non si ferma l’assedio su Gaza City 

Il fiume umano di dimostranti che anche ieri in Israele ha chiesto la fine della guerra nella Striscia non ha fermato il governo Netanyahu, deciso a proseguire l'offensiva di terra fino alla conquista di Gaza City. Peraltro filtrano pochi dettagli sulla "importante riunione" sulla situazione post-conflitto a Gaza che Donald Trump presiederà alla Casa Bianca. Una riunione annunciata dall'inviato speciale del presidente americano, Steve Witkoff. "Abbiamo un importante incontro alla Casa Bianca sotto la guida del presidente, e stiamo sviluppando un piano molto completo per il day after" nel territorio palestinese, devastato dalla guerra da quasi due anni, ha dichiarato Witkoff a Fox News.

A febbraio, il presidente degli Stati Uniti ha lanciato l'idea di un'acquisizione della Striscia di Gaza da parte degli Stati Uniti per ricostruirla e trasformarla nella "Riviera del Medio Oriente", una volta svuotata dei suoi abitanti. Ha ribadito che questi ultimi potrebbero essere trasferiti in Egitto e Giordania.

L'Idf intanto, che secondo diverse testimonianze sta radendo al suolo i quartieri periferici della città, ha pubblicato un'inchiesta sul bombardamento dell'ospedale Nasser a Khan Younis, che ha scatenato lo sdegno internazionale, sostenendo di aver colpito perché convinto che la telecamera fosse "utilizzata da Hamas" e che nel blitz sono rimasti uccisi "sei terroristi". La giornata è stata scandita dalla protesta indetta in tutta Israele dal Forum delle famiglie degli ostaggi e dei dispersi ancora a Gaza, tornati nuovamente a chiedere la fine del conflitto, la tregua con Hamas e il riorno a casa dei propri cari, vivi o morti che siano. Il clima è sempre più teso, segnato da nuovi blocchi sulle principali arterie, pneumatici dati alle fiamme per fermare il traffico, slogan contro il governo e in particolare dei ministri dell'ultradestra. A Gerusalemme, dove si è tenuto il gabinetto di sicurezza dell'esecutivo convocato da Benyamin Netanyahu, centinaia di manifestanti hanno marciato verso l'ufficio del premier, scortati da due ali di agenti in tenuta antisommossa. Non si sono registrati scontri, i dimostranti sono stati lasciati sfilare per la città, chiedendo a gran voce la liberazione degli ostaggi.

Dopo tre ore l'atteso incontro del governo si è concluso "senza alcuna discussione sull'ultima proposta di tregua di Hamas", scrivono i media israeliani, e senza un voto formale su eventuali provvedimenti. L'esecutivo sarebbe fermo sull'intenzione di proseguire l'offensiva nella Striscia conquistando Gaza City. La riunione si sarebbe conclusa in anticipo perché i ministri erano attesi a una cena di gala del Binyamin Regional Council, l'ente di riferimento delle colonie e degli altri insediamenti in Cisgiordania. Arrivati all'evento, i ministri hanno trovato ancora i manifestanti a contestarli, questa volta al grido "celebrate mentre gli ostaggi muoiono di fame". La cena finirà per accendere gli animi anche nella stessa Cisgiordania, sotto controllo dell'Autorità nazionale palestinese, dove i soldati dell'Idf hanno compiuto un raid in pieno centro mirato a "colpire un sistema di finanziamento occulto di Hamas".

I palestinesi hanno denunciato che i soldati si sono piazzati sui tetti aprendo il fuoco e lanciando lacrimogeni nel corso dell'operazione: 58 i feriti secondo la Mezzaluna Rossa, compreso un 13enne colpito da un proiettile all'addome che verserebbe ancora in gravi condizioni. A Gaza intanto si è continuato a morire: almeno 75 i palestinesi uccisi in 24 ore, tra loro anche 17 persone a caccia di cibo. A est di Gaza City l'episodio più sanguinoso: cinque i morti, incluse due donne, nell'attacco israeliano che ha centrato un mercato affollato, secondo i corrispondenti di al Jazeera ancora sul posto.

Rodolfo Ricci

( 27 agosto 2025 )

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