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Politica

Corruzione, più reati oggi che ai tempi di tangentopoli

Se Milano piange, dopo l’autosospensione di Sala a seguito di un avviso di garanzia per l’Expo, non si può dire che Roma rida: tra le dimissioni dell’assessora Muraro e l’arresto, stamane, di Federico Marra, uomo di fiducia della sindaca Raggi, il Campidoglio a 5 stelle è in piena bufera. D’altra parte, lo dicono i dati: la corruzione politica in Italia torna a crescere dopo una flessione che c'è stata nel decennio di Tangentopoli. E’ quanto emerge dall'VIII Rapporto Res su "La corruzione politica al Nord e al Sud - I cambiamenti da Tangentopoli a oggi", realizzato dalla Fondazione Res, a cura di Rocco Sciarrone, presentato a Palermo. Secondo i dati analizzati nel Rapporto erano 400 in totale i reati contestati ai politici tra il 1980 e il 1994, valore poi sceso a 317 tra il 1995 e il 2004, mentre tra il 2005 e il 2015 si è assistito a un'impennata che ha portato i reati totali commessi da politici a 517, ben al di sopra del livello pre-Tangentopoli. La regione con il maggior numero in assoluto di reati legati alla corruzione politica è la Campania, seguita dalla Lombardia e poi dalla Sicilia. Le regioni più "virtuose" sono la Valle d'Aosta e l'Umbria. Il Rapporto, presentato a Palazzo Branciforte, a Palermo, si serve di due fonti di informazioni finora non utilizzate sistematicamente: la banca dati delle sentenze della Corte di Cassazione (dal 1985 a oggi) e i casi considerati nelle autorizzazioni a procedere del Parlamento.

L'indagine si è concentrata sulla "corruzione politica", intesa come quella quota dei reati legati alla corruzione che coinvolge direttamente detentori di cariche politico-amministrative a livello locale, regionale e nazionale (sindaci, presidenti di regione, assessori, consiglieri, parlamentari, ecc.). Cambia la natura del fenomeno, però. Se prima i vantaggi della corruzione erano diretti prevalentemente verso i partiti (in particolare con il finanziamento illecito), adesso appaiono più frequenti i casi di vantaggi personali che si manifestano anche con la costruzione di reti associative più "private".

( 16 dicembre 2016 )

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