Accordo raggiunto al Mise tra Ilva e sindacati metalmeccanici sulla cassa integrazione straordinaria all'Ilva. Saranno 3.300 in tutto, divisi tra Taranto 3.240 e Marghera 60, dove l'Ilva ha un deposito. I numeri sono riferiti a un tetto massimo. I numeri di media invece saranno 2.465 lavoratori a Taranto e 35 a Marghera. La cassa integrazione sarà straordinaria e durerà per tutto il mandato dei commissari Ilva. Per 800 lavoratori sarà a zero ore, essendo questi addetti a impianti che saranno totalmente fermi, ma, per una percentuale pari al 20 per cento delle ore lavorabili, questi lavoratori saranno coinvolti in programmi di formazione e e riqualificazione professionale o affiancamento lavorativo. Per tutti gli altri, invece, la rotazione della cassa integrazione sarà bisettimanale.
Soddisfatta la Fim Cisl, che parla di un accordo "assolutamente importante" che mette in sicurezza i lavoratori e il loro reddito durante tutta la fase prossima. Una fase molto impegnativa, come ricorda il sindacato, caratterizzata dagli scenari della vendita e del nuovo piano industriale. "Abbiamo trovato il modo per alleviare l’impatto su tutti i lavoratori e in particolare su quelli che in questi anni hanno maggiormente pagato la crisi in prima persona, con la definizione di un sistema di rotazione certo ed esigibile, sostenuto dalla formazione professionale", aggiunge la Fim, che riconosce l’impegno del Governo e, in particolare, del Viceministro Teresa Bellanova a convocare tempestivamente un incontro prima della conclusione dell’assegnazione tra le proposte industriali in campo. "Il cammino per garantire prospettive e rilancio industriale è ancora lungo - conclude il sindacato - ma l’accordo di oggi rappresenta un passo ulteriore in questa direzione".
Il 31 gennaio l'Ilva aveva chiesto la cassa integrazione per 4.984 unità, numero subito contestato dai sindacati che avevano chiesto il trasferimento della trattativa al Mise. Nei giorni scorsi è stata approvata in Parlamento la legge per il Sud che stanzia, su proposta del Governo, 24 mln per mantenere ai lavoratori Ilva in cassa integrazione nel 2017 lo stesso trattamenti economico dei contratti di solidarieta' del 2016, ovvero il 70 per cento della retribuzione. I 24 milioni, che vengono da un fondo del Ministero del Lavoro, sono riferiti a una platea di 3.500 unità.
L'accordo consente di proseguire speditamente nel piano di ambientalizzazione del siderurgico di Taranto senza effetti traumatici sui lavoratori e inoltre sarebbe valido anche nei confronti della cordata che acquisirà l’Ilva.
In corsa ci sono ArcelorMittal e Marcegaglia, da un lato; Jindal, Cdp, Delfin, e Arvedi dall’altro. Le offerte sono attese per il 3 marzo, giorno in cui finirà la solidarietà e scatterà la cassa integrazione o altra misura.
(Approfondimento domani su Conquiste Tabloid)