Venerdì 26 aprile 2024, ore 10:49

Convegno al Cnel 

Marco Biagi, riferimento per i veri riformisti 

Il dibattito parlamentare sul salario minimo “è “stucchevole, la materia non deve essere definita per legge”. Il leader della Cisl Sbarra, intervenendo al Cnel al convegno in ricordo di Marco Biagi - organizzato da Adapt a 21 anni dall’assassinio del giuslavorista per mano delle Br e a 20 dalla legge di riforma del mercato del lavoro che porta il suo nome - ribadisce la via maestra sul tema: “Va semplicemente recepita la direttiva dell’Unione Europea che si rivolge a Paesi che hanno un tasso di copertura contrattuale inferiore all’80% e in quelle situazioni si chiede ai Governi di legiferare definendo soglie minime di retribuzione. In Italia invece la copertura contrattuale è di oltre il 93% e la direttiva indica in queste situazioni che bisogna rafforzare ed estendere la contrattazione”.
Nella scorsa legislatura, con Orlando ministro del Lavoro, il confronto si era spostato dalla paga oraria al criterio del Tec - il Trattamento Economico Complessivo. La Cisl ha sempre sostenuto che il tema del salario minimo in Italia va collegato ai contratti maggiormente applicati nei settori di riferimento. Perché la retribuzione complessiva del lavoratore non è fatta solo di compenso orario minimo, ma si aggiungono altri istituti contrattuali: tredicesima, quattordicesima in alcuni casi, trattamento di fine rapporto, maggiorazioni, previdenza complementare, sanità integrativa. Istituti che solo il contratto riesce a garantire, non la legge.
Sbarra ha poi ricordato che la Cisl nei prossimi giorni lancerà una campagna di raccolta firme per una proposta di iniziativa di legge popolare sulla partecipazione, per attuare l'articolo 46 della nostra Costituzione. Spiega il numero uno del sindacato di Via Po: ”Vogliamo far tesoro del metodo" di Biagi inserendo direttamente nella proposta legislativa alcune delle tante buone pratiche partecipative che contrattiamo e promuoviamo in ogni settore produttivo di carattere gestionale, economico, organizzativo, consultivo. Partecipazione e contrattazione sono leve fondamentali per la competitività e la crescita. Per continuare a camminare e ad operare nel solco lungimirante che ci ha lasciato Marco Biagi dobbiamo cogliere questa sfida ambiziosa, che richiede un'alleanza ampia tra Governo, forze sindacali e datoriali”.
E a proposito Sbarra sollecita il Governo a riconvocare i sindacati sul fisco (”sbagliato convocare le parti sociali e il sindacato a poche ore dal Cdm) e ad entrare nel merito per una seria riforma che risponda ai principi di progressività e di redistribuzione del prelievo fiscale. ”Ecco perché, in cima alle nostre proposte, poniamo il tema di ridurre il peso della tassazione fiscale che grava su lavoratori dipendenti e pensionati. E va avviata una discussione sul rapporto dei fringe benefit: con il governo Draghi avevamo alzato la soglia a 3mila euro, con la legge di stabilità l'importo è tornato a 258 euro. Bisogna lavorare ancora sul taglio del cuneo fiscale: dobbiamo arrivare a 5 punti tutti concentrati sul lavoro”.
Assicurazioni arrivano dalla ministra del Lavoro Calderone: ”È necessario valorizzare il ruolo delle parti sociali, come è importante pensare ad una serie di interventi che devono avere come obiettivo ultimo portare chi può lavorare in una dimensione lavorativa”. Anche per Calderone il salario minimo non va fatto per legge ”è una questione legata alla capacità di valorizzare e sostenere il nostro sistema di relazioni industriali della nostra contrattazione e dobbiamo fare ogni sforzo in questo senso anche privilegiando i livelli nazionali di contrattazione ma anche quella di secondo livello”. Quanto alla legge Biagi di 20 anni fa ”è un punto di riferimento, una norma che ancora oggi ha moltissimo da dire e ancora tanto per essere completamente compresa e attuata”. Tra le intuizioni di Biagi non ancora realizzate Maurizio Sacconi, ex ministro del Lavoro e attuale presidente dell'Associazione Amici di Marco Biagi, individua ”quella di andare oltre la tradizionale ripartizione tra subordinazione e autonomia del lavoro, quello che oggi chiamiamo smart working lui lo chiamò contratto a progetto”. Per Sacconi ”l’indicazione che ci viene da Biagi è quella del dinamismo. Se funziona l'ascensore sociale, se funziona il mercato del lavoro se ci sono tante opportunità di apprendere e migliorare capacità e competenze, la società può essere attiva e inclusiva”.
Giampiero Guadagni

( 16 marzo 2023 )

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