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Crisi

Sardegna. Cisl: serve alleanza istituzioni-forze sociali per rilancio economia

"Solo una grande alleanza istituzioni-forze sociali e imprenditoriali per un nuovo sviluppo potrà rilanciare l’economia isolana. Vacillano anche le speranze dei lavoratori sulla possibile ripresa della Sardegna. L’emergenza lavoro, infatti, è così radicata che interventi solo settoriali molto difficilmente potranno modificare strutturalmente la situazione". È quanto sostiene, in una nota, il segretario generale della Cisl sarda, Oriana Putzolu. "Incomincia anche a vacillare tra i lavoratori la fiducia che le cose possano cambiare. Ma c’è un’altra emergenza ancora più grave e preoccupante - sottolinea Putzolu - la Sardegna nel 2013 occupa il quarto posto nella graduatoria delle regioni col più alto tasso nazionale di infortuni mortali e inabilità permanente: 17,9 ogni 10 mila infortuni. È preceduta da Basilicata (21,3%), Umbria (21), Marche (18). Risalire la china sarà molto difficile senza un progetto economico-sociale che metta in moto sinergicamente alcuni volani di sviluppo". È questa l’impressione che deriva dalla lettura del rapporto BES 2015 (Benessere Equo Sostenibile) pubblicato nei giorni scorsi sui dati Istat riferiti al 2014. "Prima di tutto - prosegue la sindacalista - il tasso di occupazione (20-64 anni) l’anno scorso fermo al 51,8%, ben 8 punti al di sotto della media nazionale (59,9%), dodici punti distante da quello del Lazio (la regione del Centro Italia col più basso tasso occupazionale), addirittura 15 punti dal Piemonte pur passato passato attraverso una grave crisi inedita per quella regione. Il tasso di occupazione (15-64 anni) registrato in Sardegna nel secondo trimestre 2015 era pari al 50,3%. La Sardegna occupa nel 2014 il quinto posto nella graduatoria delle regioni col più alto tasso di mancata partecipazione al lavoro: 32,5%. La prima posizione è occupata dalla Sicilia (42,7%), seguita dalla Calabria (42,6%), Campania (41,3%), Puglia (37,3%). La media nazionale è pari a 22,9%. Nella nostra regione va leggermente meglio, rispetto al resto dell’Italia meridionale, la percentuale di trasformazione nel corso di un anno da lavori instabili a lavori stabili: secondo un dato relativo al 2013 l’isola è a quota 18,3% nettamente migliore della Calabria (11,6), della Sicilia (14,4%), di Molise (13,2) e Campania (14,7)".

( 9 dicembre 2015 )

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