Nel 2014 in Italia il tasso di occupazione è aumentato di 0,2 punti percentuali portandosi al 55,7% tra i 15-64enni, ma si tratta ancora di un "valore ampiamente al di sotto del dato medio dell’Ue", dove il 64,8%, nella stessa fascia d’età, risulta occupato. Lo rileva l’Istat nell’Annuario statistico italiano. Fanno peggio solo Croazia e Grecia. Inoltre si "amplificano i divari territoriali", dal 64,3% del Nord al 41,8% del Mezzogiorno.
Nel 2014 le prestazioni previdenziali hanno comportato in Italia una spesa di 295,7 miliardi di euro, con una incidenza del 18,3% sul Pil e del 38,5% sulla spesa pubblica corrente; per il pagamento di pensioni e rendite sono stati spesi circa 257,8 miliardi.
La spesa per pensioni e rendite, sottolinea l’istituto di statistica, mostra una continua crescita nel tempo, ma con un rallentamento negli ultimi anni "a seguito delle manovre di contenimento della spesa pubblica". Dal +2,7% del 2011 si è infatti passati ad un aumento dello 0,9% del 2014. La spesa per indennità di disoccupazione è stata di circa 11,6 miliardi di euro nel 2014. Il tasso di incremento (+2,5%) risulta contenuto, dopo due anni di crescite molto elevate (+11,5% nel 2012 e +19,3% nel 2013). Nelle prestazioni previdenziali sono incluse anche le liquidazioni per la fine del rapporto di lavoro, le indennità per infortuni, maternità e malattia, gli assegni famigliari e di integrazione salariale.
Nel 2014 la pressione fiscale in Italia è risultata pari al 43,3%, contro una media della Ue a 28 del 40% rispetto al Pil. L’Italia è fra i paesi con la pressione fiscale più elevata, superata solo da Finlandia, Svezia, Francia, Belgio e Danimarca che presentano valori superiori al 44%".