Domenica 5 maggio 2024, ore 14:20

Economia 

Blocco dei licenziamenti, atto di responsabilità 

Mantenere il blocco dei licenziamenti almeno fino ad ottobre è dunque solo una proposta di buon senso, un atto di responsabilità, in linea con l’appello del 2 giugno del Presidente della Repubblica Mattarella che ci chiede uno sforzo collettivo. Così Cgil Cisl e Uil replicano alle critiche rivolte dalla Commissione Europea, nel suo rapporto di primavera, al provvedimento di blocco dei licenziamenti, giudicato ”non efficace” e che ”potrebbe anche rivelarsi controproducente se in vigore per più a lungo, perché ostacola il necessario aggiustamento della forza lavoro”.
Osserva il leader della Cisl Sbarra: ”La Commissione Europea ignora o non conosce bene la grave situazione occupazionale del nostro Paese. Abbiamo perso già oltre un milione di posti di lavoro e chi poteva licenziare lo ha già fatto per effetto delle deroghe al blocco. Si tratta dunque di evitare un’altra valanga di licenziamenti in tanti settori che continuano a soffrire la crisi nonostante le parziali riaperture”.
Sulla stessa lunghezza d’onda il segretario generale della Cgil Landini: ”E’ una bugia totale dire che il blocco dei licenziamenti danneggia i precari. Il primo problema è che nel Paese c'è troppa precarietà e una delle cose da fare è cancellare delle forme di lavoro precarie assurde. Il secondo aspetto riguarda la questione degli ammortizzatori sociali. Non stiamo dicendo che non si può licenziare mai più, ma di fare il 31 ottobre per tutti. E prima di agosto fare una riforma degli ammortizzatori davvero universale”.
Il governo Draghi ha messo a punto nei giorni scorsi una mediazione insufficiente: niente proroga del blocco dei licenziamenti ad agosto ma cassa scontata fino alla fine dell'anno per la grande industria. Il premier intanto non ha replicato alla sottolineatura arrivata da Bruxelles sugli ”squilibri macroeconomici eccessivi” dell'Italia, dato che all’ex governatore della Bce è ben noto, e non certo dai tempi del Covid. E altro punto è ben chiaro a Palazzo Chigi: sarebbe un errore dare per scontate le risorse del Recovery Plan, soprattutto nei mesi prossimi quando l’emergenza pandemica si attenuerà e i falchi Ue torneranno a farsi sentire. Mantenere intatto il cronoprogramma per il presidente del Consiglio non sarà facile. Già con il cosiddetto decreto reclutamento nella Pa, qualche intoppo di natura tecnica è emerso in queste ore. Scopo del provvedimento - sul quale si sono mossi soprattutto il ministro Brunetta e quello della Transizione Ecologica Cingolani - è l’assunzione secondo modalità trasparenti e agili di migliaia di professionisti ad hoc per i progetti del Recovery Plan. Ma il Governo è ancora impegnato ad allineare i criteri di assunzione previsti con alcuni paletti che, sul tema, pone l’Ue. Nelle prossime ore la convocazione del Consiglio dei ministri che darà il via libera al decreto. In quell’occasione, comunque, Draghi illustrerà quelle che considera le ”tre gambe” del primo macro-provvedimento Recovery: semplificazioni, governance e, appunto, reclutamento nella Pa.
Giampiero Guadagni

( 3 giugno 2021 )

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