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Lavoro 

Licenziamenti, mediazione debole 

Il blocco dei licenziamenti resta fissato al 30 giugno: salta la proroga al 28 agosto per le aziende che avessero chiesto la cig Covid dall’entrata in vigore del decreto Sostegni bis entro la fine del prossimo mese. Confermata invece la possibilità per le imprese di utilizzare la cassa integrazione ordinaria, dal primo luglio, senza dover pagare le addizionali fino alla fine del 2021 con l’impegno a non licenziare per tutto il periodo in cui ne usufruiscono. E dunque potenzialmente fino a fine anno. Questo l’esito del percorso di approfondimento tecnico nel governo svolto sulla base delle proposte del ministro del Lavoro Orlando, del Cdm di giovedì scorso che prevedono un insieme più complessivo di misure per sostenere le imprese e i lavoratori nella fase della ripartenza.
La decisione dopo le durissime critiche di Confindustria che attacca Orlando per aver inserito inaspettatamente la proroga fino ad agosto.
I sindacati insistono nell’invocare il mantenimento della misura sino ad ottobre, ricordano che non c’è stato alcun accordo finora che sarebbe stato tradito e promette battaglia. Afferma il segretario generale Cgil Landini: il confronto tra governo e parti sociali sul blocco dei licenziamenti è avvenuto 20-30 giorni fa e non si era arrivati a condividere una posizione, ”poi sui giornali si legge che Confindustria aveva un accordo con qualcuno ma non si capisce quale e con chi”. Secondo Landini ”il messaggio che viene dato, ascoltando un po’ troppo Confindustria è che i problemi si risolverebbero con la libertà di licenziare. Ma se hai aiuti pubblici, se hai addirittura gli strumenti che in questi mesi possono evitare di ricorrere ai licenziamenti senza costi aggiuntivi, deve diventare un vincolo per le imprese utilizzare quegli strumenti anziché ricorrere ai licenziamenti”.
Anche il segretario generale della Cisl Sbarra, lancia un avvertimento sulle conseguenze della misura: la posizione assunta dal governo sul blocco dei licenziamenti ”è una soluzione debole, non in grado di arginare il rischio tsunami sociale e occupazionale che arriverà con l’uscita dal blocco dei licenziamenti”. Per Sbarra, ”il governo deve tornare sui propri passi, aprire urgentemente il confronto con le parti sociali per giungere a soluzioni condivise. Questo pasticcio è frutto della mancata concertazione sui temi del lavoro contenuti nel decreto Sostegni Bis”.
In questa settimana, sottolinea da parte sua il leader della Uil Bombardieri, ”mentre noi chiediamo zero morti sul lavoro, qualcuno chiede zero diritti e sono le stesse associazioni datoriali che, in questo anno, hanno avuto il 74% dei finanziamenti dello Stato a favore delle aziende. Centinaia di migliaia di persone rischiano di perdere il proprio posto di lavoro. Noi siamo sempre per risolvere i problemi e per trovare le soluzioni: speriamo che ciascuno faccia appello al proprio senso di responsabilità per evitare di incendiare il Paese”.
Le priorità del sindacato saranno ulteriormente rilanciate venerdì davanti a Montecitorio quando Cgil Cisl e Uil chiederanno ancora al governo di affrontare insieme alle parti sociali i temi di attuazione del Recovery, per la necessità di definire la strategia sui temi della salute e sicurezza sul lavoro, sulle riforme del lavoro, sulla riforma fiscale, sulle pensioni, sul Mezzogiorno.
I tre leader sindacali ricordano che continua sino a fine mese la mobilitazione di Cgil, Cisl, Uil per dire basta alle morti sul lavoro.
Giampiero Guadagni

( 25 maggio 2021 )

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