Sabato 27 aprile 2024, ore 17:36

Nadef 

Manovra, si parte da 14 miliardi in deficit 

Una dote di 13-14 miliardi dal deficit ai quali si aggiungeranno 2 miliardi dalla spending review, oltre ad altre entrate ancora da definire. Sono i primi elementi del quadro della prossima legge di bilancio dopo l’approvazione della Nota di aggiornamento del Def da parte del Cdm. Nella Nota si fissa un Pil programmatico dell’1,2% nel 2024 ed un deficit del 4,3% a fronte di un disavanzo tendenziale del 3,6% che apre uno spazio di manovra di 0,7 punti di Pil. Rivisti rispetto al Def di aprile anche i dati di finanza pubblica per il 2023. Il Pil oggi è stimato in crescita dello 0,8%, meno rispetto all’1% previsto nel Def, mentre nel 2024 sarà dell'1,2% (dal +1,5% del Def); il rapporto deficit/pil sale invece al 5,3% rispetto al 4,5%. A compromettere il quadro dei conti pubblici, sottolinea il ministro dell’Economia, c’è l’effetto del superbonus e dei bonus edilizi: il conto da pagare sarà di 80 miliardi. Il rapporto debito/pil è previsto in riduzione di soli due punti in quattro anni, dal 141,7 del 2022 al al 139,6% del 2026. C
Il documento certifica insomma una crescita dell’economia più debole del previsto, ma manda rassicurazioni ai mercati e agli investitori, confermando un trend di riduzione del debito. Una gestione dei conti, assicura Palazzo Chigi, ”all’insegna della serietà e del buonsenso”. Gli stessi principi su cui sarà improntata anche la manovra. Che, assicura la premier Meloni, manterrà gli impegni presi con gli italiani: ”Basta con gli sprechi del passato; tutte le risorse disponibili saranno destinate a sostenere i redditi più bassi, tagliare le tasse e aiutare le famiglie”. Una manovra che usa come leva il deficit, grazie alla scelta di alzare l’asticella dell'indebitamento per il prossimo anno.
Cominciano dunque a delinearsi gli spazi per le misure che il Governo metterà in cantiere. Le risorse sono poche ma alzando l'asticella del deficit dell'anno prossimo al 4,3% la Nadef individua nell'extra disavanzo tutti i fondi necessari alla priorità condivisa da tutti: il rinnovo del taglio del cuneo fiscale introdotto da luglio (6 punti per i redditi fino a 35mila euro e 7 per quelli fino a 25mila) che vale circa dieci miliardi di euro. Per tutto il resto la caccia alle risorse continua, ma con alcune certezze: vengono confermati l'aiuto ai redditi medio bassi, la decontribuzione già decisa l’anno scorso, gli interventi a favore delle famiglie con figli e l’attuazione della prima fase della riforma fiscale. Inoltre si proseguirà con i rinnovi contrattuali del pubblico impiego, in particolare per la sanità. Quanto alla riforma fiscale, il ministero dell’Economia lavora ad una prima rivisitazione delle aliquote Irpef.
Per le pensioni, si punta quest’anno ad innalzare le minime, prorogare Quota 103 e l'Ape sociale per i lavoratori disagiati, integrandola con un'Ape donna e con un aiuto per i giovani che potranno usare la previdenza integrativa per uscire dal lavoro a 64 anni. La natalità, tema prioritario per l’Esecutivo, ha già sul tavolo una serie di ipotesi: dagli aiuti per le famiglie con almeno 3 figli ai bonus per il secondo figlio, agli sgravi per le mamme che lavorano. Per tutto serviranno circa 1,5 miliardi. La lista prosegue con i due miliardi di spese indifferibili e i due necessari alla sanità.
Commenta il segretario generale della Cisl Sbarra: ”Il Governo deve dare un’impostazione saldamente espansiva, di natura anticiclica, con una forte accelerazione degli investimenti collegati al Pnrr”. Servono in questo senso segnali concreti: ”Rendere strutturale il taglio del cuneo contributivo, assicurare la piena indicizzazione delle pensioni, azzerare la tassazione sulla contrattazione di secondo livello e programmare un potente investimento sulla sanità, rinnovare i contratti pubblici”. Le risorse non sono tante e allora ”la politica le deve canalizzare per sostenere il lavoro e il reddito: non fareemo sconti sulle cose che mancheranno”.
Intanto l’Istat fa sapere: a settembre cala sia il clima di fiducia dei consumatori sia quello delle imprese. Per i consumatori, in particolare, l’indice si riduce per il terzo mese consecutivo raggiungendo il valore più basso dallo scorso giugno.
Giampiero Guadagni

( 28 settembre 2023 )

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