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Welfare

Pensioni, troppi divari e iniquità: quadro allarmante

La presenza di un pensionato all’interno di nuclei familiari ”vulnerabili” consente quasi di dimezzare l'esposizione al rischio di povertà. Lo rileva l'Istat in un report sulle pensioni negli anni 2017-18. Tra le famiglie con pensionati, le meno esposte al rischio di disagio economico sono quelle in cui è presente un pensionato che cumula redditi da lavoro con o senza altri componenti occupati; mentre le più vulnerabili sono costituite da pensionati senza altri redditi da lavoro che vivono con familiari non occupati. Le famiglie di pensionati del Sud e delle Isole presentano un’incidenza al rischio di povertà quasi tripla rispetto a quella delle famiglie residenti nel Nord e più che doppia rispetto a quelle del Centro.

Un contributo sociale dunque sempre fondamentale, quello dei pensionati. E questo nonostante il 36,3% riceva ogni mese meno di 1.000 euro lordi; e il 12,2% non superi i 500 euro. Un pensionato su quattro (24,7%) si colloca, invece, nella fascia di reddito superiore ai 2.000 euro.

Il divario di genere è a svantaggio delle donne, più rappresentate nelle fasce di reddito fino a 1.500 euro. La concentrazione di percettori uomini, invece, è massima nella classe di reddito più alta (3.000 euro e più) dove ci sono 266 pensionati ogni 100 pensionate. Le donne sono la maggioranza sia come percettrici di pensioni (55,5%) sia come pensionate (52,2%), ma ricevono il 44,1% della spesa complessiva. L'importo medio delle pensioni di vecchiaia è più basso rispetto a quello degli uomini del 36,7%, quello delle pensioni di invalidità è del 33,8%. Per le pensioni di reversibilità invece le donne percepiscono 1,5 volte l'importo degli uomini. Lo svantaggio delle donne, prosegue l'Istat, si spiega con il differenziale salariale dovuto a carriere contributive più brevi e a una minore partecipazione al mercato del lavoro. Le donne sono titolari del 44,3% delle pensioni di vecchiaia, del 45,8% delle invalidità previdenziali e del 26,5% delle rendite per infortunio sul lavoro. La presenza femminile e' invece dominante tra le pensioni ai superstiti (86,3%), anche per una piu' elevata speranza di vita, e tra le pensioni assistenziali. Complessivamente più di due terzi dei pensionati (67,2%) beneficiano di una sola prestazione, un quarto ne percepisce due, il restante 8% tre o più. Il cumulo di più pensioni riguarda soprattutto le donne; in media però il reddito pensionistico delle donne è il 27,9% in meno di quello degli uomini, differenza che sale al 36,7% per l'importo delle singole pensioni.

Commenta la leader Cisl Furlan: ”Dall’Istat un quadro allarmante: troppe iniquità e troppi divari tra Nord-Sud anche nel sistema previdenziale. Un pensionato su tre vive con 1000 euro al mese. Molti non superano i 500 euro. Le donne sono penalizzate per la loro carriera discontinua. Intervenire è un dovere morale e sociale”.

( 15 gennaio 2020 )

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