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Ceta, firma ieri a Bruxelles tra le proteste

Firma tra le proteste per il Ceta, il trattato di libero scambio tra Canada e Unione europea, dopo il sì sofferto strappato alla Vallonia. Ieri un gruppo di manifestanti si è riunito davanti alla sede del Consiglio europeo in occasione del vertice bilaterale convocato a stretto giro dopo il via libera definitivo del Belgio.

Per l'Unione europea hanno firmato i presidenti di Commissione e Consiglio Ue, Jean-Claude Juncker e Donald Tusk, insieme a Robert Fico, primo ministro della Slovacchia, il cui governo detiene la presidenza di turno del Consiglio.

La firma permette l'avvio di ratifica dei ventotto parlamenti degli Stati membri dell'Ue. Solo una volta completati tutti gli iter di ratifica il Ceta potrà essere in vigore. E' prevista tuttavia l'applicazione provvisoria, dopo che i ministri dei Ventotto daranno il loro assenso e dopo che lo avrà dato anche la Plenaria del Parlamento europeo, probabilmente il prossimo gennaio (sessione del 16-19 gennaio).

L'accordo prevede la soppressione del 99% delle tariffe doganali tra le due regioni, è considerato un modello per futuri accordi commerciali dell'Unione ma è stato fortemente criticato, esattamente come quello ancora in discussione con gli Usa, il Ttip.

L'ambito che ha destato maggiori tensioni e che ha creato lo stallo per l'opposizione del Parlamento regionale belga della Vallonia e' stato quello degli arbitraggi. L'accordo prevede infatti che le multinazionali che si ritengano penalizzate da una qualche decisione dello Stato ospite (una decisione che abbia cambiato le condizioni stabilite nell'intesa iniziale) possano cercare una soluzione della controversia con una conciliazione o un arbitrato. E' il meccanismo che ha consentito per esempio alla multinazionale del tabacco Philip Morris di agire contro l'Uruguay per la sua politica contro il tabagismo e al gigante minerario Oceanagold di portare dinanzi alla giustizia El Salvador che gli aveva negato un permesso di esplorazione per motivi ambientali.

Proprio per le perplessità che suscitavano gli arbitraggi privati, si è stabilito che saranno Ue e Canada a scegliere i 15 giudici dell'Ics, Investment Court System, le cui udienze saranno pubbliche e che dovranno risolvere le controversie.

( 31 ottobre 2016 )

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