Martedì 23 aprile 2024, ore 8:53

Mondo 

Il G7 punta i riflettori su pandemia e vaccinazioni 

Debutto, almeno formale, quello del nuovo presidente del Consiglio italiano al summit del G7. In realtà Mario Draghi conosce bene la maggior parte degli interlocutori che incontrerà, sebbene in modo virtuale, nel pre-vertice voluto dal premier britannico Boris Johnson, che ha la presidenza del G7 e che ha già fissato per il mese di giugno in Cornovaglia il summit in presenza. La riunione di oggi, la prima per il premier Mario Draghi, ma anche per il presidente Usa Joe Biden e per il premier giapponese Yoshihide Suga, è partita dal tema centrale dei vaccini per poi allargare il campo alla gestione più generale della pandemia da coronavirus, la ripresa economica e le transizioni ambientale e digitale. Draghi è convinto che sui vaccini sia necessario accelerare.
E da questo punto di vista il confronto con gli altri Paesi, Gran Bretagna in testa, è fondamentale. E' quello il modello a cui guarda il premier e cui fa riferimento quando invita ad "imparare dai Paesi che si sono mossi più rapidamente di noi, disponendo subito di quantità di vaccini adeguate". Del resto, secondo il premier, la rapidità nella diffusione dei vaccini è essenziale anche per scongiurare che le varianti prendano il sopravvento. Un tema che Draghi potrebbe affrontare anche con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen a Bruxelles, dove si sta lavorando ad un possibile incontro già la settimana prossima. Anche con gli altri leader europei d'altra parte, Angela Merkel e Emmanuel Macron, c'è piena sintonia sulla necessità di un'integrazione e di un'accelerazione sulla gestione dell'emergenza. Ma il primo G7 con Biden è stata anche l'occasione per l'atlantista Draghi come per gli altri leader per avviare un nuovo rapporto con gli Stati Uniti.
Il nuovo corso l'ha indicato il segretario al Tesoro Janet Yellen al G7 dei ministri delle Finanze: gli Stati Uniti, ha detto, hanno come "priorità" il multilateralismo, il rafforzamento delle alleanze e del loro impegno a livello internazionale. Tra i temi del summit anche la necessità di arrivare ad un piano globale dei vaccini, accogliendo l'appello dell'Onu. Più sarà estesa e rapida la vaccinazione, prima il mondo potrà ricominciare a girare. Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha ribadito anche nei giorni scorsi che la distribuzione dei vaccini nel mondo è stata "selvaggiamente ingiusta e disomogenea": solo 10 Paesi hanno somministrato il 75% di tutti i vaccini Covid-19 messi a disposizione dalle case farmaceutiche mentre più di 130 Paesi non hanno ricevuto una singola dose. Rapidità, insomma, è la parola d'ordine. Non solo per il presente, ma anche per il futuro: l'ambizione che Johnson ha presentato ai colleghi è infatti quella di ridurre a 100 giorni i tempi per sviluppare nuovi vaccini contro malattie emergenti, per evitare i problemi vissuti con il Covid. Stando a quanto si legge in un comunicato di Downing Street, Johnson ha chiesto al capo consulente scientifico del Regno Unito, Patrick Vallance, di lavorare con partner internazionali, tra cui l'Oms e la Coalition for Epidemic Preparedness Innovations (CEPI), nonché esperti dell'industria e scienziati, per consigliare il G7 sull'accelerazione del processo per lo sviluppo di vaccini, trattamenti e test per agenti patogeni comuni."Lo sviluppo di un vaccino contro il coronavirus in circa 300 giorni è stato un risultato globale enorme e senza precedenti. Riducendo ulteriormente il tempo per sviluppare nuovi vaccini per malattie emergenti, potremmo essere in grado di prevenire le catastrofiche ripercussioni sanitarie, economiche e sociali viste in questa crisi. L'ambizione dei 100 giorni è stata proposta da CEPI all'inizio di quest'anno - si sottolinea nella nota - attraverso la collaborazione internazionale per intensificare la ricerca e lo sviluppo, modernizzare le sperimentazioni mediche e creare catene di produzione e fornitura di vaccini più innovative, possiamo salvare vite umane in future crisi sanitarie e prevenire la prossima pandemia". Il presidente Usa, Joe Biden, ha annunciato un contributo di 4 miliardi di dollari al Covid-19 Vaccines Global Access, il Covac, il programma guidato dall'Organizzazione mondiale della sanità per distribuire i vaccini in maniera più equa. E' il primo contributo degli Stati Uniti al piano, che era stato snobbato dal presidente Donald Trump; il denaro è già stato stanziato dal Congresso. Dopo la videoconferenza al summit del G7 il presidente Usa ha partecipato alla Conferenza di Monaco sulla sicurezza in quelle che sono le sue prime apparizioni in summit internazionali da quando ha assunto la guida dell'Amministrazione Usa a gennaio. E’ stata la prima volta che Biden si è rivolto all'audience europea da quando ha assunto l'incarico, con l'intento di migliorare i rapporti con il Vecchio Continente, peggiorati sotto Trump.

Rodolfo Ricci

( 19 febbraio 2021 )

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